L’Umbria è uno scrigno di tesori tutti da scoprire, e nessuna città lascia il visitatore indifferente. Anche Todi, conosciuta non a caso come Città ideale che si è anche fregiata del titolo di Città più vivibile del mondo, offre bellezze mozzafiato. Che sia per la sua posizione in cima alla collina a dominare l’incantevole valle del Tevere, la sua storia o la gustosa gastronomia, è un continuo susseguirsi di meraviglie. Dalle tre cerchie di mura, etrusche, romane e medievali, alle piazze, ai palazzi e ai musei, ognuno può qui trovare innumerevoli spunti d’interesse.
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Tra le chiese più affascinanti, oltre al Duomo caratterizzata dalla lunga scalinata d’accesso e la bella facciata romanica, spicca la Chiesa di San Fortunato, dedicata al Santo Patrono della città ed edificata nel XIII secolo. I più la ricordano per conservare nella cripta la tomba del poeta umanista Jacopone da Todi e per il bellissimo affresco di Mascolino da Panicale. Ma l’edificio merita una ben maggiore attenzione, anche per la sua storia particolare. In realtà, infatti, risulta essere anteriore al 1198, anno in cui Innocenzo III consacrò un altare nella chiesa. I leoni che si trovano all’ingresso, trasformati in acquasantiere, sono testimonianza delle origini paleocristiane della struttura. Risale invece al 1292 la trasformazione in stile gotico, con i lavori che vennero interrotti a causa della peste del 1348 fino a riprendere nel Quattrocento.
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La Chiesa appare imponente in cima ad un’alta scalinata, con l’esterno incompiuto che presenta un bellissimo portale centrale di marmo, decorato da bassorilievi che raffigurano, da sinistra a destra, gli apostoli, alcuni santi, angeli, i profeti biblici, San Fortunato, le stigmate di San Francesco, l’Annunciazione, Abramo ed Isacco con Mosè, David e Salomone ed ornamenti floreali. L’interno si suddivide in tre navate di pari altezza, ciascuna della quale ha un ingresso corrispettivo all’esterno. Ogni ingresso è abbellito da bassorilievi, mentre le navate laterali sono arricchite da tredici cappelle che ospitano diversi affreschi. Il coro dell’abside è opera di Antonio Maffei da Gubbio. Dalla sagrestia si può salire sull’alto campanile da cui si può ammirare il panorama mozzafiato sulle colline umbre.