Chi lo conosce con il nome di Castello di Sant’Anticeto, chi come Castello di Santo Niceto o San Niceto, ma basta semplicemente dire Motta San Giovanni, a ridosso dello stretto di Messina, per proiettarsi in un luogo magico. Il comune in provincia di Reggio Calabria, infatti, per l’esattezza la località San Basilio, è sovrastato da questo autentico gioiello che ne definisce il panorama, ubicato com’è in cima ad un ripido colle.
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In Calabria costituisce l’unico complesso militare pre-normanno che è arrivato nello stato attuale quasi integro. Costruito come luogo di avvistamento e di rifugio per la popolazione reggina quando le coste calabresi e siciliane erano prese d’assalto dai Saraceni, passò sotto il dominio dei Normanni, intorno al 1050, che lo ristrutturarono ed ampliarono con l'aggiunta di alcune torri rettangolari. Nel corso del XIII secolo il castello divenne il centro di comando del fiorente feudo di Sant'Aniceto che nel 1200 fu tormentato dalle guerre tra Angioini ed Aragonesi che si avvicendavano sul territorio reggino: ecco come fu prima consegnato agli Angioini e in seguito fu preso dagli Aragonesi, fino a quando, come attesta un documento datato 1604, ne entrò in possesso la Baronia di Motta San Giovanni.
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Risalente al periodo bizantino, la fortezza di rappresenta un raro esempio di architettura alto medievale in Calabria, con la sua pianta irregolare che ricorda la forma di una nave con la prua rivolta alla montagna e la poppa al mare. Oggi restano ben visibili le mura di cinta, in parte franate, ma in certi tratti quasi intatte, che hanno un’altezza variabile da 3 a 3,5 metri e uno spessore di circa 1 metro; la porta d'ingresso con le due torri quadrate e resti di altre torri ed alcuni ruderi all'interno delle cinta, come quelli di un'imponente cisterna per la raccolta dell'acqua. I materiali di costruzione utilizzati sono per lo più costituiti da pietra squadrata, laterizi e malta molto resistente.
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Ai piedi della breve salita che la collega con la pianura sottostante si può ammirare una chiesetta munita di una cupola affrescata con un dipinto del Cristo Pantocratore, soggetto tipico dell'arte bizantina. Se visitare il castello di Sant’Aniceto porta ad immaginare bene come trascorreva la vita all’interno della cinta muraria con la frenesia delle varie attività, essendo stato uno delle fortezze meglio attrezzate dell’intera Calabria, ancor più si possono scoprire le infinite bellezze naturali che lo circondano: basta girare lo sguardo per lasciarsi avvolgere dagli incantevoli panorami che spaziano sulle ultime propaggini dell’Aspromonte fino a Capo D’Armi, sull’Etna e sullo Stretto di Messina.
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