A Sassari sono concentrate le attività economiche e culturali del nord della Sardegna, ma è una città di notevole importanza anche dal punto di vista storico ed artistico. I numerosi nuraghi testimoniano che era abitata sin dall'antichità, gli edifici religiosi sono tutti di grande prestigio, vanta anche luoghi di interesse naturalistico come il Parco di Monserrato e non mancano gli appuntamenti con la tradizione come la festa dei Candelieri. All'esterno dell'antica cinta muraria cittadina sorge quello che per molti è considerato il simbolo cittadino, la Fontana di Rosello, un'architettura storica collocata al centro della Valle del Rosello sovrastata dal ponte omonimo, monumento unico in tutta la Sardegna.
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Le più antiche notizie sulla fontana di Rosello risalgono al 1295, periodo in cui l'approvvigionamento idrico della città era particolarmente importante. Nel corso dei secoli la fontana ha subito diversi interventi di manutenzione e restauro, e l'aspetto attuale è il risultato dei lavori di sistemazione avvenuti nel primo decennio del XVII secolo operati da maestranze liguri, come spesso accadeva per molti manufatti scultorei giunti o eseguiti nella regione in quel periodo. Si presenta con due corpi a cassone di cui quello superiore rientrato, con paramento in marmo bianco e partiture geometriche in marmo grigio. Su tre lati al di sotto della cornice del cassone inferiore si può notare l'iscrizione che testimonia i lavori eseguiti tra il 1605 e il 1606 sotto il sovrano Filippo III, mentre il quarto lato è decorato a fogliame.
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Sugli angoli di ciascun cassone si innalzano le torri quadrangolari simbolo della città; un'ulteriore torre, circolare, più grande delle altre e con inciso lo stemma di Aragona, si trova sul lato del corpo inferiore rivolto all'abitato. Dalle torrette merlate si dipartono due archi incrociati che sorreggono la statua equestre di San Gavino, martire vissuto al tempo dell'Imperatore Diocleziano particolarmente venerato in Sardegna. L'acqua sgorga da otto mascheroni posti alla base e dalle statue agli angoli che rappresentano le stagioni, e al di sotto della crociera una quinta statua che raffigura un dio fluviale sdraiato è testimone dell'impostazione manieristica che caratterizzava tutto l'apparato scultoreo. La fontana attraverso il significato allegorico riassume il fluire del tempo, simboleggiato dalle dodici bocche, chiamate cantaros e con la presenza delle quattro statue delle stagioni.
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