La provincia di Pisa ospita località ricche di storia, vere perle anche per gli amanti dell’arte. Tra queste Volterra, nota nel mondo per l’estrazione e la lavorazione dell’albastro, conserva un notevole centro storico di origine etrusca, come testimoniano i resti della Porta all’Arco, la Porta Diana, la cinta muraria e l’Acropoli. Vale la pena andare alla scoperta di questa località toscana e visitare il Museo Etrusco Guarnacci, che contiene una delle più belle raccolte di arte etrusca, integrata da numerosi reperti sia di età villanoviana che di età romana.
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La collezione è dislocata sui tre piani del palazzo e costituita da 38 sale collegate in un percorso didattico: è nella XXII sala che l’attenzione del visitatore viene catturata dall’opera più celebre del museo, un bronzo longilineo conosciuto come l’Ombra della Sera, secondo la definizione che ne diede Gabriele d’Annunzio perché nel guardarla gli venivano alla mente le lunghe ombre del tramonto.
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Si tratta di una figura maschile nuda, alta 57,5 centimetri, particolare per la sua forma allungata, che fa il corpo sproporzionato in confronto alla testa che mantiene la grandezza esatta: è proprio questo stile cosi moderno che ha sempre stupito tutti gli studiosi e i critici d’arte, in quanto risulta parecchio sbalorditivo per una scultura etrusca. All'osservatore, infatti, la slanciatissima statuetta sembra di fattura odierna e ricorda molto lo stile dell’artista contemporaneo Giacometti, invece il suo primo conio è avvenuto circa 2300 anni fa. In questa figura viene sottolineata una bellezza che raggiunge quasi il soprannaturale, grazie ai tratti naturali del volto e alla precisione e finezza degli altri dettagli.
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Nella regione di Volterra esiste un numero considerevole di figure votive similmente filiformi, e i bronzisti erano rinomati già nell’antichità per le loro sorprendenti capacità manifatturiere e per la loro perizia tecnologica che permetteva loro di fondere i minerali di rame presenti nelle colline metallifere limitrofe con lo stagno per ottenerne bronzo. Lo storico dell’arte Piero Airaghi ha studiato l’Ombra della Sera a partire dall’idea dannunziana del nome e vede nel bronzetto affusolato una reale raffigurazione dell’ombra di una statua dedicata a un fanciullo. Le proporzioni esatte della statua, che mostra i piedi e la testa non allungati e quindi nelle loro dimensioni originali, indicherebbero un’altezza di circa 22 centimetri ma la luce solare al tramonto farebbe sì che l’ombra divenga di circa 60 centimetri.
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Altro particolare emerso è che i piedi, la testa e le natiche mostrano una maggiore consunzione, tipica della posizione orizzontale del manufatto che, molto probabilmente era stato creato dall’artista etrusco affinché rimanesse supino e non verticale. Se molti studiosi non ritengono l’immagine bronzea di un’anima di fanciullo che vola verso il cielo perchè l’inclinazione del volto tende leggermente verso il basso e non verso l’alto, altri pensano che sia la riproduzione della sagoma che una statuetta di efebo, probabilmente legato da vincoli di parentela con l’artigiano, produceva con la luce solare della mattina e della sera.
Fu nel 1737 che lo studioso fiorentino Anton Francesco Gori scoprì che la statuetta era custodita nella casa della famiglia Buonarroti a Firenze e pochi decenni più tardi il nobile prelato Mario Guarnacci ne entrò in possesso e, insieme a tutta la sua collezione, la donò al museo che poi avrebbe preso il suo nome, consegnando la preziosa figura maschile allungata alla fruizione di un pubblico curioso pronto a scoprire un’opera di grande valore.
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