Sulmona è sempre ricordata per aver dato i natali a Publio Ovidio Nasone, soprattutto quest’anno che ricorrono i duemila anni della sua morte. Ma la città abruzzese è un luogo ricco di attrazioni che meritano di essere scoperte al di là del grande poeta latino. Il Complesso dell’Annunziata, ad esempio, è il monumento più rappresentativo della città, costituito da una chiesa e da un palazzo adiacenti che sorgono sulla piazza omonima. Iniziata nel 1413, la sua costruzione si è protratta per oltre due secoli e il terremoto del 1706 con i rifacimenti dell’Ottocento e del 1968 ne hanno modificato massicciamente la parte interna. Molti secoli di storia e di espressioni artistiche sono dunque sintetizzate in quest’opera architettonica, il cui ospedale diventò uno dei più importanti del Regno di Napoli. Della costruzione originaria della chiesa non restano tracce, ma alla ricostruzione cinquecentesca appartengono lo schema planimetrico attuale, rispettato anche dagli interventi del Settecento, l’abside poligonale, il campanile e la cappella della Vergine dell’abside di destra. Per il resto la chiesa si presenta in forme barocche.
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La facciata è articolata su due ordini di colonne binate ed è chiusa lateralmente da paraste con cuspidi terminali. Un fregio dorico delimita il registro inferiore e la zona sommitale è coronata da un timpano curvilineo spezzato. Il campanile, alto oltre 65 metri, è a pianta quadrata e si eleva per due piani con finestre bifore su ciascun lato. L’interno è suddiviso in tre navate: quella centrale ha la stessa altezza del transetto, superiore a quella delle navate laterali, da cui è divisa da quattro archi a pieno centro. La cupola presenta una particolarità: è estradossata, ovvero la sua superficie esterna è visibile e costituisce la copertura dell'edificio stesso. Si tratta dell’unico esempio di cupola estradossata di Sulmona e poggia su un tamburo circolare con finestre quadrangolari.
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Gli interni sono ricchi di stucchi ed affreschi che decorano le volte delle navate e le vele del presbiterio. Tra i dipinti giù pregevoli quelli collocati sugli altari laterali e nel presbiterio, come la Pentecoste o Discesa dello Spirito Santo firmata dal fiorentino Bernardino Monaldi, la Comunione degli Apostoli del pittore sulmonese Alessandro Salini e, nella conca absidale, l’Annunciazione di Lazzaro Baldi al centro, affiancata dalla Natività di Maria e dalla Presentazione al Tempio, entrambe di Giuseppe Simonelli. Interessanti sono anche i lavori di ebanisteria tra cui gli scanni del coro e le cantorie d’organo in legno intagliato e dorato in stile Rococò.