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Sardegna: cosa nasconde il Castello Arangino di Aritzo

Il maniero della località ai piedi del Gennargentu è un singolare edificio che sorge nel centro dell’abitato

Castello Arangino
©Claudio de Tisi/ La Mia Sardegna.it
Aritzo, Castello Arangino
L’antica regione della Barbagia merita di essere scoperta in maniera approfondita, custode com’è di sorprese inaspettate. E’ il caso del comune di Aritzo, situato ai piedi del Gennargentu, che in pochi conoscono ma che in realtà ha trovato la sua fama nel Novecento per il commercio della neve e la produzione del sorbetto chiamato Sa Carapigna. In località Funtana Cungiada, durante l’inverno la neve si ammassava nei canaloni per effetto del vento formando le neviere, pozzi profondi diversi metri su cui venivano costruiti dei muretti a secco e da cui d’estate veniva raccolta la neve sottoforma di blocchi di ghiaccio e trasportata per le feste paesane in tutta la Sardegna. Neve che veniva destinata principalmente per la produzione del sorbetto.

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Percorrendo la via principale del paese, Corso Umberto I, si incontrano la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo, di epoca cinquecentesca, le ex prigioni spagnole del Seicento dette Sa Bovida, un complesso architettonico risalente al XVII secolo chiamato la Casa Devilla e alcune case antiche, che hanno la particolarità di essere state costruite in scisto e abbellite da balconi in  legno. C’è poi un singolare edificio, situato proprio lungo il corso, risalente al 1917 e fatto costruire in stile neogotico dal cavalier Vincenzo Arangino, da cui il nome Castello Arangino. La famiglia si è estinta nel 1954 per un tragico fatto di sangue, ma il castello impera nel suo impianto medioevale, ampiamente diffuso nelle abitazioni signorili e nelle ville costruite tra XIX e XX secolo, con riferimenti più o meno evidenti all'architettura storica.

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Si presenta con la sua costruzione con pianta asimmetrica, che corrisponde all’aspetto esterno irregolare. L'uso della pietra a vista del prospetto principale è reso meno pesante dalle aperture e soprattutto dalla loggia retta da mensole e colonnine nell'angolo. L'apertura principale ad arco a sesto acuto è affiancata da due colonne su mensole che reggono la cornice coperta con le tegole. Attraverso un bel cancello in ferro battuto si entra nell'atrio scoperto dove si vedono sia gli archi acuti che contengono piccole aperture rettangolari, sia i merli nella parte alta dei muri. All’interno si ammirano decorazioni dipinte e a stucco e splendidi arredi. La torre, che domina il paese e tutta la vallata, sembra essere posta memoria del passato potere feudale che la famiglia esercitava sul territorio.
 
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