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Saccargia basilica Sardegna stile romanico Sassari

Saccargia, capolavoro della Sardegna romanica

Si erge maestosa con la sua bicromia in cima ad un promontorio: la Basilica di Saccargia, stile romanico-pisano in Sardegna

Basilica Sardegna<br>
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Basilica di Saccargia
Lo stile romanico in Sardegna si è diffuso sin dalle sue origini, eppure non è univocamente identificabile a causa delle numerose influenze che i vari insediamenti lasciarono sull’isola. Dal punto di vista dell’architettura ecclesiastica per esempio, sono evidenti tracce di ordini religiosi lombardi, provenzali, pisani, arabi, iberici. La Basilica di Saccargia è uno dei capolavori dell’architettura romanica sarda, assimilabile nel filone pisano: architetti e maestranze della scuola pisana, e successivamente lucchese e pistoiese hanno dato forma ad una delle più importanti strutture medievali sarde, ad oggi custode dell’unico ciclo di affreschi di epoca romanica conservato sull’isola.



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Situata in cima ad un promontorio nella località di Codrogianos, provincia di Sassari, la basilica della Santissima Trinità di Saccargia fu realizzata sulle rovine di un monastero preesistente (le tracce in questa località indicano la presenza di insediamenti sin dall’epoca preistorica) per volontà del giudice Costantino I di Torres per l’ordine monastico dei Camaldolesi. Leggenda narra che egli e la moglie riuscirono ad avere un figlio dopo innumerevoli tentativi solo in seguito ad un voto alla Madonna che i camaldolesi veneravano, e per riconoscenza fecero erigere il nuovo monastero. Anche circa il nome le circostanze si avvolgono tra storia e leggenda: Saccargia sarebbe una contrazione di ‘vacca vargia’ (vacca dal pelo maculato), animale che si presentava puntuale tutti i giorni sul luogo dell’antico monastero per dare il suo latte ai monaci, prostrandosi dinanzi a loro come soggiogata da una volontà divina.



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Leggende a parte, la basilica si erge splendidamente maestosa sul promontorio che domina, con il suo alto campanile e la caratteristica colorazione bicroma - data dall’alternanza di roccia calcarea e basaltica – che la assimila alle opere ecclesiastiche umbro - toscane dell’epoca. La sua costruzione avvenne in più fasi, in particolare se ne denota una prima nell’XI secolo e una seconda nella metà del XII. La facciata principale presenta tre archi che poggiano su pilastri, e alla sommità delle colonne vi sono dei caratteristici capitelli decorati con 4 figure mostruose e 4 figure alate. Tuttavia buona parte della facciata è stata demolita e ricostruita nell’ingente restauro di inizio ‘900. La pianta della basilica è a croce commissa, e il transetto presenta tre absidi: all’interno del più grande e centrale si possono ammirare gli affreschi del XII secolo, unici superstiti dell’epoca in Sardegna, che rappresentano cicli evangelici. Si presume che la mano che li ha creati sia pisana, con influenze umbro-laziali.

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La basilica di Saccargia è facilmente raggiungibile dalla statale che collega Olbia a Sassari, ed è una interessante deviazione dalla costa, alla scoperta del patrimonio storico-artistico sardo.

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