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Piacenza Villa Valmarana ai Nani affreschi Tiepolo

Piacenza, la villa con gli affreschi di Tiepolo

Giambattista Tiepolo e il figlio Giandomenico hanno reso immortali i temi mitologici e cavallereschi raffigurati nelle sale di Villa Valmarana

Sacrificio di Ifigenia<br>
© Villa Valmarana ai Nani srl
Sala di Ifigenia, Villa Valmarana
Negli immediati dintorni di Vicenza si trova la Villa Valmarana ai Nani, fatta costruire nel 1669 dall’avvocato Giovanni Maria Bertolo, un mirabile esempio di sito architettonico ed artistico composto da tre edifici e da un grande parco. Leggenda vuole che la villa fosse legata ad una principessa nana che viveva sola circondata da amici nani la quale, vedendo un bellissimo giovane che si aggirava per il giardino e realizzando la propria deformità, si gettò dalla torre e i nani, presi dal dolore, si trasformarono in statue di pietra.

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Quello che rende Villa Valmarana un luogo da non perdere sono gli affreschi di Giovan Battista Tiepolo e del figlio, che trattano temi mitologici e dei grandi poemi epici e cavallereschi: il padre affresca la Palazzina e il figlio la Foresteria, anche se in alcuni ambienti lavorano insieme. Ecco come, sulle pareti dell’atrio e delle salette, si svolgono le scene del Sacrificio d’Ifigenia, dell’Iliade, dell’Eneide, dell’Orlando Furioso e della Gerusalemme Liberata. Il pittore non esprime tanto l’eroismo o l’alto senso etico del dovere dei suoi protagonisti, quanto il conflitto interiore tra amore e dovere e la rinuncia melodrammatica al primo per seguire il secondo. Quando il dovere finisce con il prevalere resta sempre il rimpianto e il dolore per il bene perduto: questo è il filo conduttore che caratterizza il mondo degli eroi tiepoleschi.

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Nell’affresco di Briseide condotta da Agamennone, del 1757, si ammira la protagonista piangente, priva di forze, che viene tolta di forza dalla sua tenda per essere condotta in maniera quasi sospinta alla presenza di Agamennone, mentre oltre alla palizzata i guerrieri greci, che sono indistinti a causa della lontananza, assistono al dramma che darà inizio alla celebre ira funesta del pelide Achille. Briseide, infatti, era una bella prigioniera amata da Achille destinata, però, ad essere schiava di Agamennone, capo supremo dell’esercito greco, suscitando il furibondo sdegno di Achille che, da allora, si astenne dal combattere provocando gravi danni e lutti ai compagni. Spostandosi nella Sala di Ifegenia la scena illustrata è quella del sacrificio di Ifigenia in versione tridimensionale, con al centro il sacerdote Calcante che sta per uccidere la giovane mentre gli altri personaggi alzano lo sguardo verso una nuvola vaporosa da dove appaiono due amorini che trasportano una cerva, da immolare al posto della fanciulla. Si nota sulla destra Agamennone che si copre il volto per non vedere l’uccisione della figlia e come bandiere e vessilli siano già in movimento per la partenza alla volta di Troia.

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Nella Foresteria, invece,  è Giandomenico ad esprime al meglio se stesso e il suo modo di intendere la pittura, completamente diverso da quello del padre, con uno stile più moderno che richiama l'Illuminismo e che nega il gusto del sublime paterno. Raffigura scene di vita quotidiana, dalla rappresentazione della campagna veneta a quella della lontana Cina. Nella Sala delle Cineserie spiccano il Mercante di stoffe e la Passeggiata del Mandarino, specchio del gusto dell'epoca per un esotismo di maniera. La Sala delle Scene Campestri mostra temi che sono caratterizzati dall'idillio: il Riposo dei contadini, la Famiglia contadina a mensa e belle vedute di paesaggi, mentre tocchi neogotici si possono notare nella Sala delle Passeggiate. Anche Goethe venne in visita a Villa Valmarana, tanto che nel suo Diario di Viaggio in Italia, il 24 settembre 1786, scrisse che lo stile elevato del Tiepolo “non gli arrise come quello naturale, ma come decorazione il complesso è felice e geniale”.

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