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Padova Prato della Valle

Padova, cosa rende speciale Prato della Valle

In origine vasto teatro romano, oggi è una delle piazze più estese d'Europa

Scorcio di Prato della Valle
©iStockphoto
Padova, scorcio di Prato della Valle
E’ uno dei simboli di Padova nonché una delle piazze più grandi d’Europa con i suoi 88620 mq, seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca per estensione: Prato della Valle è la grande piazza ellittica che vanta il fatto di essere anche un grande spazio monumentale. Si caratterizza per l’isola verde posta al cento, chiamata Isola Memmia, in onore del podestà che commissionò i lavori. Intorno il canale è ornato da un doppio basamento di statue numerate che raffigurano celebri personaggi del passato, i più illustri figli della città, padovani di nascita o d’adozione. In origine erano 88, oggi se ne possono ammirare 78 con 8 piedistalli sormontati da obelischi e 2 vuoti. Ci sono poi quattro viali che attraversano il prato e che si incontrano al centro dell’isolotto e bellissimi ponti.

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Quello che oggi accoglie Prato della Valle era in epoca romana una vasto teatro e un grande spazio per le corse dei cavalli. Durante le persecuzioni è stato il luogo dove vennero martirizzati due dei quattro patroni della città, ovvero Santa Giustina e San Daniele, mentre in epoca medievale era sede di fiere, giostre, feste pubbliche e gare. Ma è stato anche lo spazio perfetto per le grandi assemblee e per il mercato. La tradizione vuole che le frequentate prediche di Sant'Antonio avvenivano proprio in Prato della Valle. Bisogna però aspettare il 1775 per dare al luogo la giusta valorizzazione essendo comunque poco curato e in una zona piuttosto paludosa. Venne infatti attuata una radicale bonifica grazie all’intervento di Andrea Memmo, patrizio veneziano illuminista, che per il progetto pagò anche di tasca propria. A lui è stata dedicata la statua numero 44, innalzata anni dopo la morte.

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Le statue vennero scolpite in pietra di Costozza tra il 1775 e il 1883 da diversi artisti: la numero 52 del giro interno porta la firma di Antonio Canova, di cui l'originale è oggi ai Musei Civici. e rappresenta Giovanni Poleni, il matematico e fisico veneziano che a soli 25 anni fu insegnante di astronomia e fisica presso l’università. Si riconoscono poi Torquato Tasso, Andrea Mantegna, Ludovico Ariosto, Francesco Petrarca, Galileo Galilei, Giovanni Dondi dell'Orologio, lo stesso Antonio Canova stesso e Antenore, che, secondo il mito, fu il fondatore di Padova. Oggi la piazza è ampiamente impiegata dai padovani per passeggiate e altre attività all’aperto, e i turisti non possono fare altro che fermarsi per ammirare non solo l’impatto scenico, ma anche i monumenti come la Basilica benedettina di Santa Giustina, la Loggia Amulea e diversi palazzi quattro e cinquecenteschi. 
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