Giustina da Padova è stata una martire vissuta tra la fine del III e gli inizi del IV secolo. Nata da una distinta famiglia padovana durante il periodo delle persecuzioni cristiane di Diocleziano, rifiutò la religione pagana e per questo punita con la morte. Il suo corpo si trova sotto l’altare maggiore della grandiosa Basilica di Santa Giustina, a lei dedicata. Il monumentale edificio medievale accoglie, oltre alle reliquie della Santa, anche quelle di San Luca. Il tempio dedicato a Santa Giustina è una delle opere architettoniche più importanti della città ed il luogo di culto più antico. La sua posizione laterale ed asimmetrica rispetto a Prato della Valle le dona ancora più fascino.
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Tradizione vuole che il padre di Giustina, convertito anch’esso al cristianesimo, avesse fatto costruire il primo nucleo della chiesa che sarebbe poi diventata la sede della prima cattedrale cristiana di Padova, alla quale fu successivamente annesso un monastero benedettino. La chiesa venne demolita nel 1502 per far posto all’edificio di 122 metri di lunghezza che si ammira ancora oggi, realizzato tra il 1532 e il 1579. La facciata in pietra è spoglia e priva di rivestimento, ornata da quattro nicchie che contengono le allegorie degli evangelisti e ai cui lati si posizionano due grifoni di marmo rosso. A caratterizzare l’esterno sono soprattutto le otto cupole e il campanile che dominano la struttura. Il vasto e luminoso interno è considerato uno dei più alti capolavori dell’architettura rinascimentale: si presenta a croce latina diviso in tre navate da grandi pilastri, con le cupole finestrate da cui entra la luce. La navata centrale è arricchita da un crocifisso ligneo del Quattrocentro, mentre il presbiterio è ornato di stalli scolpiti in legno di noce.
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Dietro l’Arca di San Mattia, sulla navata di destra, si apre il passaggio per il Pozzo dei Martiri dove sono raccolte tutte le reliquie dei martiri padovani, ornato da quattro statue in terracotta. La Cappella di San Massimo, invece, è nota per il gruppo marmoreo di Filippo Parodi raffigurante la Pietà: da qui si accede alla trecentesca Cappella di San Luca. Il coro vecchio era l’abside della chiesa precedente e porta all’antisagrestia dove è custodito l’architrave del portale romanico della basilica vecchia, risalente al 1080. Una curiosità riguarda una lapide in marmo nero: è posta a ricordare la sepoltura di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, una veneziana morta a 38 anni, nel 1684, famosa per essere la prima donna al mondo a prendere la laurea, nel 1678.
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