C’è un angolo della Barbagia dominato dalla cresta bianca del Monte Corrasi, un gigante calcareo di 1400 metri di altezza a poca distanza da Nuoro. E’ qui che si trova Oliena, cittadina insignita della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano, con le case dalla struttura antica costruite secondo una precisa disposizione intorno a cortili condivisi da 3 o più famiglie, come testimoniano anche alcuni murales su alcune pareti dove sono illustrate scene di vita quotidiana. Oliena è famosa per il suo artigianato, in particolare per le cassepanche intagliate adibite alla conservazione del pane carasau e per la manifattura degli scialli: a questo proposito scopriamo qualcosa di più sugli scialli di Oliena.
Un’altra peculiarità è l’abbondanza di edifici religiosi: se ne contano 11 solo nell’abitato più tutte le chiese campestri sparse nelle zone circostanti. Ad imporsi con la sua maestosa facciata e la doppia scalinata è la Chiesa di Sant’Ignazio, ad una sola navata, con un bacino a sei cappelle e un altare maggiore in stile neoclassico, dove il campanile si presenta a canna quadrata. Piuttosto semplice è la Chiesa di Santa Maria, con tracce di architettura iberica. L’Oratorio di Santa Croce, del Seicento, ha un ambiente interno determinato da campate separate da archi a sesto acuto e pregevoli arredi di legno. Particolare è l’altare in muratura della Chiesa di Sant’Anna, con una nicchia delimitata da colonne tortili che culminano in una fiamma scolpita particolarmente rara da vedere, cosi come le decorazioni in stucco della Chiesa di Nostra Signora d’Itria. Nostra Signora della pietà è uno dei simboli della devozione della comunità olianese mentre la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, di influenza gesuita, è stata costruita a fine Seicento e si presenta con un’accogliente navata centrale e una doppia scalinata di accesso. Altra chiesa da non farsi sfuggire è quella, completamente intonacata di bianco, dedicata a San Lussorio, santo molto venerato in paese, che si trova alla fine del lungo corso. Un po’ nascosta tra le vie del centro storico è la chiesa di Santa Croce, dove è costruito un crocifisso di legno di bottega napoletana risalente al XVIII secolo. Insieme al ponte di Pappaloppe, detto dei pisani, testimone dello sviluppo medioevale del borgo è la Chiesa di Santa Maria, che conserva lo schema gotico-aragonese seppur rimaneggiato.
Uno dei fiori all’occhiello di Oliena riguarda il rinomato Nepente, pregiato vino Cannonau che si produce nelle cantine del luogo. Talmente inebriante che è stato anche elogiato dal poeta D’Annunzio e le bottiglie riportano una sua citazione in etichetta. I vigneti che si trovano nel comune di Oliena producono uve che vengono raccolte rigorosamente in cassetta per poi passare ad una macerazione fermentativa che si protrae per 12 giorni durante i quali il vino matura in vasche di cemento ed acciaio. Imbottigliato sterile si arricchisce di sfumature fruttate e speziate, presentandosi con il suo colore rosso brillante e i riflessi violacei e con un sapore in cui si intrecciano piccoli frutti rossi, ciliegie a sentori floreali. Il Nepente si beve bene in diversi abbinamenti, dalla pizza agli arrosti, dai sughi a base di selvaggina ai formaggi ovini e vaccini freschi o semistagionati. La cucina olianese è strettamente legata alle tradizioni popolari sarde ed offre la possibilità di riscoprire i sapori antichi della pasta di semola lavorata a mano con "sos maharrones de busa" e "tundos" ed ancora i tipici "angelottos", ravioli di formaggio fresco. Per chi ama il pesce non può perdersi "sa minestra 'in vrughe" con patate. Tra i secondi a base di carne spiccano il porcetto, l'agnello ed il capretto arrosto, che ancora oggi vengono cucinati nel camino dove si prepara il fuoco con grossi ceppi e sementi odorosi che conferiscono alla carne un sapore particolare. La carne è usata anche per la produzione molti tipi di salumi, dalle salsicce al prosciutto, dalla pancetta a “sa grandula”.
Parlare di Oliena significa anche parlare delle infinite possibilità per ammirare la natura circostante. Gli appassionati di trekking possono prevedere l’escursione sulle montagne del Rifugio Monte Maccione sino alla valle Lanaittu che racchiudono le grotte di Sa Oche, Su Bentu e Corbeddu, questa dal nome del bandito, vissuto intorno alla metà dell’Ottocento, che vi trovò rifugio per diversi anni. Ai piedi del Supramonte si trova la spettacolare sorgente carsica di Su Gologone, la più importante in Italia e ora monumento nazionale. Si tratta di una sorgente da cui zampillano acque limpidissime, oligominerali, che offrono un luogo di impatto fortemente scenografico grazie all'imponente massa d'acqua che sgorga da una vasta e complessa gola calcarea. L’area del Supramonte è un complesso montuoso caratterizzato da altopiani carbonatici e doline. Enormi bastioni rocciosi caratterizzano il paesaggio, alternati a profondi canyon e picchi rocciosi. Il Supramonte di Oliena è conosciuto per i suoi calcari ed ospita la famosa Nurra de Sas Palumbas, grotta di rilevante importanza faunistica, e per la vetta più alta di tutto il complesso, il monte Corrasi con i suoi 1463 metri, dove sono state catalogate più di 650 specie botaniche. Sempre nel Supramonte di Oliena si trova il villaggio nuragico di Tiscali, un’area che comprende due agglomerati di capanne di diversa planimetria, dimensione e funzione.