Carlo Bertelli, stimato esperto di arte medievale, ha parlato spesso dei numerosi misteri legati alla Corona Ferrea. Noto è il volume in tre tomi intitolato “La Corona Ferrea nell’Europa degli Imperi. Alla scoperta del prezioso diadema”, che raccoglie i saggi di ventidue studiosi tra cui Bertelli e che pone l’accento sulla datazione di questa opera d’arte, più antica di quel che si pensava sino allora. Stiamo parlando dell’antica e preziosa corona che venne usata dall’Alto Medioevo fino all’Ottocento per l’incoronazione dei Re d’Italia, compresi gli imperatori del Sacro Romano Impero, e che oggi si trova nel Duomo di Monza.
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Lo storico monzese Bartolomeo Zucchi, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, contò 34 incoronazioni tra cui quelle di Carlo Magno, Adruino d’Ivrea, Corrado II e Corrado III, Federico Barbarossa, Carlo IV, Carlo V d’Asburgo, Napoleone e Ferdinando d’Austria. In lega di argento e oro all’80%, la corona, di 15 centimetri di diametro e di 5, 5 centimetri di altezza, è composta da sei placche legate tra loro da cerniere verticali ed è adornata da 26 rose d’oro a sbalzo, ventidue gemme di vari colori e ventiquattro placchette floerali a smalto cloisonnè. Simbolo di regalità e di potere oltre che sacra reliquia emblema della cittadina brianzola, la Corona Ferrea è un tesoro prezioso dall’origine ignota che nel corso dei secoli si è arricchita di storie e leggende.
FOTO: IL TAPPETO MARMOREO DEL DUOMO DI SIENA
In base agli studi effettuati da Bertelli e da altri studiosi sembra essere più antica dell’età longobarda e magari appartenuta a Costantino: un ritratto dell’imperatore lo rappresenta con il suo elmo decorato da una serie di placche unite da cerniere e ornate da file verticali di gemme, che ricordano molto la Corona di Monza. Durante il Seicento molto diffusa era la convinzione che questo tesoro fosse stato forgiato con uno dei chiodi della Passione di Cristo ritrovato dall’imperatrice Elena: questo a testimonianza della sottile lamina di ferro che appare al suo interno. La tradizione, infatti, vuole che Sant’Ambrogio, nell'elogio funebre per l'imperatore Teodosio tenuto a Milano nel 395, disse che Elena, madre di Costantino, cercò e trovò i chiodi della Crocifissione e con uno fece un diadema per il figlio: questo sarebbe avvenuto nel XIII anno del pontificato di san Silvestro (326 d.C.) e da allora "il Santo Chiodo è posto sul capo degli Imperatori".
Carlo Bertelli riconosce un’antica raffigurazione della Corona Ferrea nel Sant'Ambrogio di Milano, su uno dei frontoni del ciborio, dove la mano di Dio la posa sul capo di un vescovo, affiancato dagli imperatori Ottone I e Ottone II, che gli rendono omaggio. Sempre lo storico d’arte afferma che nella lunetta del portale maggiore del Duomo di Monza, la regina Teodolinda porgerebbe a san Giovanni Battista proprio la Corona ferrea. Vengono prese in considerazione anche le tesi che affermano che il diadema è tardoantico, realizzato nel V secolo probabilmente a Costantinopoli, anche se le sue origini continuano ad essere incerte.
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Ciò non toglie che Monza, proprio grazie alla presenza di tale oggetto prezioso, ribadisca la propria importanza e la propria origine regale, tenendo in considerazione l’alta valenza simbolica che possiede: le corone, indossate dai re o donate alla Chiesa, rappresentano la legittimazione del potere. Per questo in numerose raffigurazioni, che siano dipinti, miniature, mosaici o sculture, ci sono santi, martiri o re che vengono incoronati: la loro gloria o il loro potere ricevono la giusta legittimazione tramite quest’oggetto. L’importanza di questo simbolo è tale che persino Hitler pretese che la Corona Imperiale fosse conservata a Vienna: per fortuna il fuhrer ne ricevette solo una copia.
Informazioni utili
Museo e Tesoro del Duomo di Monza
Corona Ferrea:
da martedì a sabato: 9.00-13.00 e 14.00-18.00 e compatibilmente con le funzioni liturgiche domenica: 14.00- 18.00 e compatibilmente con le funzioni liturgiche
lunedì: per gruppi e solo su prenotazione, compatibilmente con le funzioni liturgiche del Duomo di Monza.
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