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Monteleone di Spoleto cosa vedere

Monteleone di Spoleto, fascino d'altri tempi in Valnerina

Conosciuto come il Leone degli Appennini, il borgo umbro è celebre per la coltivazione del farro

Panorama con pecore
© La Valnerina.it CC BY 3.0 IT
Veduta di Monteleone di Spoleto con un gregge di pecore
La Valnerina
La valle del fiume Nera, dalle sue sorgenti nei Monti Sibillini fino alla Conca Ternana, è conosciuta come Valnerina: qui il fiume prosegue per mescolarsi nel Tevere vicino a Orte e nel suo percorso raccoglie le acque di diversi fiumi e torrenti fino allo spettacolare salto della Cascata delle Marmore dove il Velino, dalla piana di Rieti, vi confluisce superando un dislivello di 165 metri. Ma non sono solo le attrazioni naturalistiche a fare della Valnerina un luogo di grande vocazione turistica da vivere a piedi, in bicicletta, a cavallo, facendo rafting o le tante altre attività outdoor. Ci sono diversi percorsi spirituali che portano ad eremi, santuari ed abbazie e la possibilità di visitare numerosi borghi, più noti ma anche poco conosciuti. Tra questi Monteleone di Spoleto, un centro in provincia di Perugia popolato da meno di 600 abitanti, che vanta anche un primato essendo il comune più alto dell’Umbria a quota 978 metri sul livello del mare, posto sulla cima di un poggio. L’area circostante si trova immersa nel Parco Naturale Coscerno-Aspra, caratterizzato da imponenti rilievi montuosi ricopreti da boschi di faggi e di roverelle a cui intervallano ampi pascoli e campi, da sempre destinati alla coltivazione del farro, oggi tra i prodotti Dop. E’ una zona strategica sin dai tempi antichi in quanto interessata sia dalle colonizzazioni romane che longobarde perché punto di intersezione di diverse vie di comunicazione sfruttate per il commercio. 

Veduta panoramica di Monteleone di Spoleto

Scoprire il borgo di Monteleone di Spoleto
Proprio grazie alla sua posizione Monteleone di Spoleto ha guadagnato nei secoli l’appellativo di Leone degli Appennini.  Nel 1902 venne ritrovata una biga etrusca (nella foto sotto) risalente al VI secolo a.C., oggi esposta al Metropolitan Museum di New York ma di cui una copia fedele, opera del Manzù, si può ammirare al Museo della Biga di Monteleone (più informazioni sul museo qui) installato nei sotterranei del complesso monastico di San Francesco, all’interno di una necropoli con 44 tombe. Sepolti con la Biga c’erano i corpi di un uomo e di una donna ed un ricchissimo corredo funerario successivamente datato intorno al 530 a.C. La biga, commissionata da un principe, nonostante fosse uno strumento da guerra in questo caso rappresentava esclusivamente un simbolo aristocratico: il suo committente, infatti, la volle per le parate in questo e nell’altro mondo. La struttura è in legno di noce, rivestita di lamine di bronzo come il timone e le ruote ad otto raggi.

Biga etrusca ritrovata nel 1902 (copia di Giacomo Manzù)

Altro simbolo del borgo sono le solide mura, con torri di vedetta e porte, che conservano al loro interno la tipica urbanistica medievale e rinascimentale con palazzi gentilizi, case e chiese che si affacciano su vicoli e piazzette. Il centro, caratterizzato dalla roccia locale bianca e rossa che rende la sua architettura unica, è costituito da due parti distinte: nella parte alta del paese, il nucleo originario di epoca alto-medievale, mentre nella parte più bassa il borgo realizzato tra il Quattrocento e il Seicento. Eredità medievale sono, oltre i tratti di mura ancora visibili, gli ingressi alla città, ovvero Porta Spoletina, Porta San Giacomo, Porta San Giovanni dove è incastonata la chiesa omonima tra le abitazioni e Porta delle Monache. Salendo attraverso il borgo fino alla porta di accesso della cinta più antica si incontra un arco ogivale aperto nella Torre dell’Orologio, risalente alla seconda metà del XIII secolo, da cui si accede al nucleo più antico che si sviluppa in un dedalo di vicoli secondo un tipico impianto urbanistico medioevale. In corrispondenza della Torre dell`orologio che domina il borgo rinascimentale sottostante, ci si trova nella graziosa Piazza del Mercato.

Accesso al borgo attraverso la Torre dell'Orologio

Tra le residenze gentilizie, edificate tra il XVI e il XVII secolo, si segnalano invece Palazzo Sinibaldi Congiunti connesso alla Porta di San Pietro, con due particolari portali a bugnato e tracce di un loggiato rinascimentale tamponato ed interni che conservano ambienti dipinti e soffitti lignei decorati, e Palazzo Rinaldi- Bernabei, realizzato dall’accorpamento di più unità abitative sorte sul sito dell’ex monastero della Chiesa di San Giovanni Battista. Altri interessanti edifici religiosi sono la Chiesa di Santa Caterina, quella di San Nicola e la Chiesa di San Francesco, divisa in una parte inferiore a due navate, una centrale arricchita da un soffitto a cassettoni. Di notevole importanza la Chiesa di Santa Maria de Equo, sulla via che conduce a Trivio, piccolo borgo nei pressi di Monteleone di Spoleto. In frazione Ruscio si trova invece la Chiesa della Madonna Addolorata, eretta alla metà del XVIII secolo. 

Chiesa di San Francesco

L’evento da non perdere
Oltre ad antiche tradizioni rurali che si tramandano da secoli Monteleone di Spoleto si propone con un ricco calendario di eventi e manifestazioni, che vedono il loro fulcro nell’appuntamento autunnale dedicato al prodotto per eccellenza, il farro. La Mostra Mercato del Farro Dop, che ha luogo tra il 5 e il 9 dicembre, include la distribuzione del farro benedetto e la coinvolgente Festa patronale di San Nicola, in cui la preparazione della minestra di farro in canonica ad opera del parroco ricorda il tempo in cui San Nicola premiò il buon comportamento dei monteleonesi che distribuivano il farro ai poveri per sfamarli. Il fulcro della sagra è nelle giornate del 7 e dell’8 dicembre con la Mostra Mercato del Farro Dop e dei Prodotti tipici di montagna, a cui partecipano gli espositori che presentano prodotti Dop, Doc, Docg e IGP della gastronomia tipica dell’area montana.   
iIl farro, prodotto dop della Valnerina
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