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Milano toro Galleria Vittorio Emanuele

Milano, un curioso rituale scaramantico

Schiacciare le parti intime del toro in Galleria Vittorio Emanuele porta fortuna?

Toro Milano
istockphotos
il Toro di Galleria Vittorio Emanuele II Milano
Il toro è un animale alla cui simbologia si legano culti, miti, filosofie molto antiche. Ha un significato nel mondo indù, in quello cristiano, nell’astrologia. La sua raffigurazione appartiene alle civiltà preistoriche, a quelle nuragiche, agli Assiri, ai Romani, ai Greci. Ci sono tori molto famosi, come quelli delle pitture rupestri di Altamira, o, facendo un salto temporale, quello bronzeo di Wall Street, a New York. E poi c’è un toro a cui tutti si permettono di… calpestare gli attributi: tra scaramanzia, folklore contemporaneo, tradizione, il toro della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è senza dubbio uno dei più emblematici della sua specie.

Un toro molto ‘bistrattato’

L’animale è raffigurato in uno dei meravigliosi mosaici che decorano la pavimentazione della galleria milanese. Tra i disegni ornamentali ci sono infatti gli stemmi di alcune città italiane, come il giglio di Firenze, la lupa di Roma, e il simbolo di Torino, prima capitale d’Italia: il toro rampante. Lo stemma della città sabauda è diventato nel tempo una sorta di punto nevralgico della scaramanzia meneghina. Per decenni i milanesi anche se oggi lo identificano come un gesto ‘da turisti’ - hanno fatto così: si sono posizionati sulla figura del toro e con il tallone destro gli hanno simbolicamente schiacciato gli attributi ruotando il piede (c’è chi dice si debba fare una volta, chi tre). L’origine di questo rituale non si basa su solide certezze, ma quello che è certo è il desiderio di ogni visitatore di parteciparvi, in un atto considerato di buon auspicio.


Il 'rituale'

Ma perché? Ci sono tante interpretazioni. Innanzitutto, ad essere puntigliosi la fortuna arriverebbe solo se si compie il gesto propiziatorio a mezzanotte del 31 dicembre. Secondo alcuni, la tradizione deriverebbe dal desiderio di schernire la città di Torino, ‘competitor’ di Milano in quanto a prestigio e potere, secondo altri per manifestare un vero e proprio disprezzo nei confronti dei Savoia (fra l’altro, anche a Torino c’è un’effige taurina, a Piazza San Carlo, che porterebbe fortuna se calpestata). Altra interpretazione, più simbolica, lega questo gesto a rituali scaramantici di fertilità e prosperità. Pur non avendo certezze sull’origine di questa pratica, oggi decine e decine di persone fanno quotidianamente la fila per calpestare i celebri attributi, tanto che l’amministrazione comunale deve periodicamente restaurare il mosaico consumato dai talloni degli scaramantici speranzosi.

La Galleria più prestigiosa d’Italia

Il gesto può apparire piuttosto triviale nel contesto del ‘Salotto di Milano’: Galleria Vittorio Emanuele II è un tripudio di stucchi, marmi, mosaici, prestigio, ricchezza, eleganza, nobiltà. Considerata un’antesignana dei centri commerciali, la galleria coperta che collega Piazza Duomo a Piazza della Scala fu sin dalle origini il ritrovo della ricca borghesia, offrendo sollazzo tra negozi e caffè eleganti alla ‘Milano bene’. Centro nevralgico della mondanità, ancora oggi ospita alcune delle boutique più prestigiose del mondo e caffè celeberrimi: sono 15 gli esercizi commerciali che la Regione Lombardia ha riconosciuto come ‘storici’, come il Caffè Campari e il Caffè Biffi, il ristorante Savini, la libreria Bocca e il negozio di Prada.


L'ottagono di Galleria Vittorio Emanuele II

Costruita nella seconda metà del 1800 su progetto di Giuseppe Mengoni (che morì precipitando da un'impalcatura mentre supervisionava i lavori) venne realizzata innanzitutto per dare maggiore prestigio e visibilità alla zona del Duomo, che era irregolare, disseminata di piccoli e tortuosi vicoli, e mancava di un accesso sufficiente prestigioso. Inoltre l’aumentare della popolazione e del traffico richiedeva un ripensamento della viabilità. Galleria Vittorio Emanuele II ha una pianta a croce, che si compone di un braccio principale e uno più corto. Sovrasta il loro punto di intersezione la grande cupola chiamata ‘ottagono’, e ai quattro angoli in cui si incrociano le due gallerie si trovano quattro lunette dipinte, che rappresentano l’Europa, l’America, l’Asia e l’Africa. I bracci laterali portano invece decorazioni che simboleggiano invece la Scienza, l’Industria, l’Arte e l’Agricoltura.

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Curiosità tutte milanesi

Il toro a cui schiacciare gli attributi è solo una delle tante curiosità più o meno note della città meneghina. A breve distanza dalla celebre galleria si trova la pittoresca Piazza dei Mercanti, gemma storico-architettonica che a sua volta custodisce aneddoti e curiosità: ve ne abbiamo raccontate alcune in questo articolo. Ma ci sono luoghi ancora più misteriosi, raramente accessibili: forse non sapete, per esempio, che presso la Stazione Centrale c’è una stanza segreta, che serviva come sala d’attesa di un ospite molto speciale: ve ne abbiamo parlato qui. Nei meandri del sottosuolo c’è un capolavoro in stile liberty che pochi hanno avuto l’onore di visitare dal vivo: sono i Bagni Diurni, che abbiamo descritto qui.


Piazza dei Mercanti

Ancora, a Milano c’è niente meno che una traccia del demonio in persona, e si trova a due passi da una delle più importanti basiliche della cristianità: leggete la storia della Colonna del Diavolo. Se vi incuriosisce scoprire una Milano insolita, tra recupero industriale e eredità storiche, la Fonderia Napoleonica Eugenia offre un interessantissimo percorso museale sui generis: scoprite di più in questo articolo.

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