S'intitola "Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra" la prima grande mostra di Palazzo Reale del 2016 che mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo. Il movimento del Simbolismo è al tempo stesso, un momento di chiusura al progresso e di apertura per affermare una modernità che, sulla scia della poesia di Baudelaire, fa della resistenza al moderno il proprio segno di riconoscimento. Emblema della caduta e del fallimento, “I fiori del male” sono il punto di partenza di un momento culturale che si definisce attraverso la negazione, il rifiuto del reale ridotto alla semplice percezione intuitiva e il rifiuto dell’accademismo. Dal punto di vista figurativo, si avvia quindi un recupero delle immagini di quel ‘paradiso perduto’ identificato nella pittura dei primitivi italiani e, in generale, dei miti originari. Ne deriva così il recupero della dimensione onirica, del mondo eroico della mitologia, di temi scabrosi come l’amore erotico, la morte e il peccato.
Palazzo della Ragione Fotografia di Milano prosegue il suo programma espositivo, celebrando l’arte e lo stile del fotografo americano Herb Ritts, scomparso prematuramente a causa del virus dell’AIDS . Fino al 5 giugno una retrospettiva curata da Alessandra Mauro mette in scena gli scatti del fotografo statunitense che hanno contribuito a costruire il patrimonio dell’immaginario collettivo mondiale degli ultimi decenni. L’esposizione presenta oltre 100 immagini originali, oltre a ingrandimenti spettacolari, video installazioni, tutte provenienti dall’Herb Ritts Foundation di Los Angeles ed espressamente selezionate per quest’ appuntamento.
Evidenzia il percorso artistico e la levatura internazionale con particolare riguardo per la sua attività milanese la mostra che Palazzo Reale dedica ad Umberto Boccioni nella ricorrenza del primo centenario della morte. Si tratta di “Umberto Boccioni (1882 - 1916). Genio e Memoria”, una grande esposizione curata da Francesca Rossi (Castello Sforzesco) e Agostino Contò (Biblioteca Civica di Verona) che presenta circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e che sarà visitabile fino al 10 luglio 2016.
Dopo la mostra dedicata a Gauguin prosegue al MUDEC il percorso dedicato agli artisti che hanno guardato al primitivismo delle culture extraeuropee, con un’esposizione dedicata a Joan Miró, curata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona, sotto la direzione di Rosa Maria Malet, in collaborazione per l’Italia con Francesco Poli. Il lavoro di Joan Miró, è infatti legato al surrealismo e alle influenze che artisti e poeti di questa corrente esercitarono su di lui negli anni venti e trenta. È attraverso di loro che Miró sperimenta l'esigenza di una fusione tra pittura e poesia, sottoponendo la sua opera a un processo di semplificazione della realtà che rimanda all'arte primitiva, al tempo stesso punto di riferimento per l'impostazione di un nuovo vocabolario di simboli e strumento utile a raggiungere una nuova percezione della cultura materiale. Joan Miró. La forza della materia pone l'attenzione su quest’ultimo aspetto, mostrando attraverso un'ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981, l'importanza che l'artista ha sempre conferito alla materia.