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Reperti immigrati Museo della Fiducia e del Dialogo Lampedusa

Lampedusa, i reperti del naufragio di Fuocoammare

Il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo inaugura il 3 giugno. Accanto alle opere d'arte, le storie di chi viene dal mare o chi dal mare non è giunto vivo. LE FOTO IN ESCLUSIVA

Lettera e foto vittima naufragio Lampedusa 2013
Courtesy of@ Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, Lampedusa
Lettera e foto vittima naufragio Lampedusa 2013
Gioiello del Mare Nostrum, Lampedusa è simbolo di accoglienza e integrazione, un approdo sicuro per chi si affida al mare spinto dalla disperazione. È qui – e non poteva essere altrimenti – che nasce il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, il risultato di un lungo lavoro sulla funzione sociale dell’arte e sul quel patto stretto fra tanti interlocutori che affacciano sul bacino valorizzando la loro vocazione alla reciproca assistenza. Il Museo nasce in collaborazione con il Mibact, la Regione, la Soprintendenza di Agrigento, il ministero della Cultura della Tunisia, l'Istituto nazionale del patrimonio della Tunisia e con l'Istituto italiano di cultura di Tunisi.
 

Nella foto: reperti naufragio 2013 Lampedusa
 
I resti dei naufraghi. A fianco delle opere d’arte saranno esposti i reperti di un naufragio, gli oggetti personali appartenuti a 52 persone morte asfissiate nella stiva di un barcone. Una sezione a parte dedicata al materiale consegnato dalla Procura di Agrigento al Comitato 3 ottobre; un racconto epico e tragico composto da Valerio Cataldo che cura la mostra con Giacinto Palladino e Alessandro de Lisi di First social life

Nella foto: reperti naufragio 2013 Lampedusa

Portafogli, collane, foto di famiglia. Ciò che rimane di persone aggrappate alla speranza. Sono le storie che il mare ha inghiottito il 3 ottobre 2013. Le stesse storie documentate e rispettosamente raccontate nel film di Gianfranco Rosi Fuocoammare, premiato con l’Orso d’oro al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La protagonista della pellicola rosiana è proprio Lampedusa, isola che incarna il sogno di una vita migliore, o semplicemente, di una vita. Gli oggetti che saranno in mostra a Lampedusa rimandano inevitabilmente ai sacchi chiusi mostrati nella loro atroce normalità, ai migranti e al loro viaggio, al centro d’accoglienza e ai volti che lo popolano, a Pietro Bartolo, medico del Poliambulatorio dell’isola che di morti ne ha viste a migliaia. Proprio Bartolo ha chiesto l’affido di Favour, la bimba di 9 mesi giunta sull'isola orfana durante l’ultimo naufragio del 25 maggio scorso.
 
 
In ricordo del piccolo Aylan, l’Eros Dormiente del Caravaggio (1608-1609), e insieme a lui, tutti i bambini morti nei naufragi di migranti nel Mediterraneo. L'opera del Caravaggio è stata scelta dalle Gallerie degli Uffizi e raffigura un angelo colto in un profondo sonno, quasi di morte, richiamo inevitabile alla fine del del bambino siriano trovato senza vita nel settembre 2015, sulla spiaggia di Bodrum, paradiso turistico della costa turca. Le immagini hanno fatto rapidamente il giro del mondo, riportando l'attenzione su un dramma quotidiano. 
 

 
Insieme al dipinto del Caravaggio moltissime altre opere inviate dal Bardo di Tunisi, dal Mucem di Marsiglia, dal Museo Storico Navale della Marina Militare e dal Museo Correr di Venezia, dal Museo Pelagalli "Mille voci mille suoni" di Bologna, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dal Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, dal MUDIA di Agrigento, dai musei Abatellis e Salinas, e dalla Fondazione Sicilia - Villa Zito di Palermo a formare il primo nucleo espositivo che inaugura il 3 giugno alla presenza del Ministro Dario Franceschini e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È un progetto avviato da un anno e mezzo che ha come obiettivo la creazione di ponti culturali nel mediterraneo, ponendo al centro Lampedusa. La Rai è partner del Museo e nell'esposizione sono presenti anche le immagini delle Teche Rai.
 
Adal. All'arte così come siamo abituati a identificarla, si affianca un percorso parallelo: l'attualità e le storie di chi viene dal mare. All'ingresso della mostra ci saranno i disegni di Adal, eritreo fratello di una delle vittime del naufragio del 3 ottobre che ha disegnato le torture subite in Eritrea, dopo che da Malta lo avevano rimpatriato nel 2005. Quei disegni creati durante un’intervista al Tg2, sono stati acquisiti come elemento di prova dalla commissione di inchiesta delle Nazioni Unite che le ha allegate nella risoluzione di condanna del regime eritreo. Adal sarà presente il 3 giugno per disegnare sulle pareti del Museo. 

 
Non si tratta di una mostra sul Mediterraneo, ma di un racconto politico della gloria della persona, un’occasione di indagine sulle radici comuni. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 5 ottobre, con le celebrazioni per la terza giornata della Memoria delle vittime del mare che quest'anno è istituita formalmente da una legge dello Stato, fortemente richiesta dal Comitato 3 ottobre insieme alla sindaca Giusi Nicolini. Ma il Museo rimane centro di interesse e di azione culturale, con gli stessi enti museali a collaborare e altri a ruotare nelle nuove esposizioni che verranno. L’obiettivo è costruire ponti culturali sui quali far poggiare la richiesta di corridoi umanitari.
 
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