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Spoleto monumenti Duomo affreschi di Filippo Lippi

Il Duomo di Spoleto e gli affreschi di Filippo Lippi

Il ciclo di affreschi del celebre frate toscano arricchisce l'abside dell'edificio sacro simbolo di Spoleto

Spoleto, abside del Duomo affreschi
©Italia Virtual Tour 
Filippo Lippi, affreschi del Duomo di Spoleto
E’ già una sorpresa di per se il solo impatto visivo in cui appare la Cattedrale di Spoleto. La superba veduta di Piazza del Duomo, infatti, si apre lungo Via Saffi su cui affaccia il prospetto settentrionale del Palazzo Comunale. La scenografica scalinata di Via dell’Arringo introduce al piazzale in fondo al quale sia trova l’edificio sacro simbolo cittadino. Santa Maria Assunta venne eretta sull’area di un primitivo tempio cristiano e venne costruita alla fine del XII secolo. La facciata, sulla quale si aprono le arcate del portico, è impreziosita dal mosaico di Solsterno. Eccezionale monumento altomedievale è la Cripta di San Primiano, del XI secolo.

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Anche l’interno lascia estasiati. Sono infatti presenti numerose opere di grande importanza, tra cui la Croce dipinta di Alberto Sotio, l’iconografia del Cristo vivo, i lavori del Pinturicchio e l’abside, con il notevole ciclo di affreschi dipinto da Filippo Lippi e dai suoi collaboratori tra il 1467 e il 1469, intitolate le Storie della Vergine. Riguardano l’Annunciazione, la Morte della Vergine, la Natività e l’Incoronazione. Lippi venne incaricato di dedicarsi al Duomo di Spoleto nel 1466, anno cui aveva appena concluso le Storie dei Santi Stefano e Giovanni Battista nella Cappella Maggiore del Duomo di Prato. Le Storie della Vergine vennero concluse tre mesi dopo la morte dell’artista, sepolto nel transetto laterale proprio perché si diceva che in Umbria non ci fossero tombe di grandi artisti. Nel riquadro che raffigura la Morte della Madonna viene identificato lo stesso Filippo Lippi con un mantello bianco, una delle figure alla destra, ed il figlio Filippino nella figura dell’angelo.

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Per il coro del Duomo Lippi ebbe l’ispirazione di includere l'architettura reale nella decorazione pittorica, creando sulla parete nella quale si apre l'abside un grande arco di trionfo concluso in alto da una grande trabeazione dipinta, ovvero dall’insieme di elementi orizzontali sovrapposti come l’architrave, il fregio e la cornice. Nella curva del tamburo absidale è stata simulata un'esedra marmorea costituita da un basamento a lastre alternate di porfido e serpentino su cui poggiano quattro pilastri che sostengono la trabeazione. Qui è inglobata la cornice in pietra dell'edificio romanico, completata pittoricamente da un fregio a palmette e da un architrave a lacunari. Tutti questi accorgimenti consentirono al Lippi di esaltare la potenzialità dell'ampio volume dell'abside romanica producendo una visione unitaria delle scene. In tema natalizio è ovviamente la Natività a destare più attenzione, dove la scena familiare del Bambinello appoggiato a terra, San Giuseppe inginocchiato e la Maria Vergine con le mani giunte è ricca di particolari, dai mattoncini mancanti delle mura alla veste macchiata della Madonna. 

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