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Umbria: cosa nasconde la Casa Romana di Spoleto

Viaggio alla scoperta della Spoleto del I secolo d. C. con la madre di Vespasiano

Interno Domus romana
© di Silvio Sorcini - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
Spoleto, interno della Casa Romana
Spoleto è una delle perle dell’Umbria, capace di incantare i visitatori di tutto il mondo grazie alle sue ricchezze storiche ed artistiche. Non a caso è stata anche la location della fortunata serie tv Don Matteo, e molti curiosi si sono appassionati a scovare le viuzze, le strade, i monumenti e le piazze immortalate dalla cinepresa. Dalla grandissima Rocca Albornoziana, simbolo cittadino, al Museo Nazionale del Ducato, dal Ponte delle Torri al Duomo, Spoleto si svela ad ogni angolo con le sue caratteristiche e i suoi segreti.

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Nel suo impianto urbanistico medievale si possono scoprire le testimonianze di epoca romana, e chi si trova a passeggiare tra Via del Municipio e Via Saffi, con precisione in Via Visiale, non può perdersi la visita alla Casa Romana, posta su un terrazzamento subito sopra a quello del foro. Si tratta di un’abitazione scoperta nel 1885 che appartenne ad un personaggio di spicco della Spoleto Romana, e in molti credono che si tratti di Vespasia Polla, madre dell’Imperatore Vespasiano, come testimonia un frammento di iscrizione con dedica di una certa Polla a Caligola, ritrovato nel pozzo della casa: essa era nativa di Norcia e proprietaria di beni nel territorio nursino-spoletino. Questa pregevole abitazione signorile del I secolo d. C. si presenta con uno schema architettonico che riflette quello classico delle case patrizie romane: si possono ammirare infatti l’atrio, dotato di un bacino di raccolta delle acque piovane chiamato impluvium; il tablinum, ovvero il locale principale della domus; il triclinium, lo spazio dove veniva servito il pranzo;  il peristilium, quel portico che cingeva il giardino o il cortile interno posto al centro della case e anche i cubicula, i piccoli ambienti destinati a camera da letto e le alae, due zone di disimpegno.

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Tutti gli ambienti sono pavimentati a mosaico e in qualche punto sono visibili tracce di affreschi. L'abitazione, restaurata nel secolo seguente la sua costruzione, rimase in uso fino ad epoca alto-medievale per poi essere semi distrutta probabilmente da un incendio mentre nel corso del Quattrocento, durante l'edificazione del palazzo della famiglia Brancaleoni, venne sacrificata ciò che restava della parte anteriore. Alcuni ambienti rimasti tornarono in parte in luce nel 1784 durante il totale rinnovamento del sovrastante Palazzo comunale, per poi rimanere nascosti fino al 1885.
 
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