In occasione dei 100 anni dall'invenzione della Leica, Arthemisia e Contrasto presentano nelle sale del Complesso del Vittoriano la mostra “I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica”. La mostra vuole celebrare tutti gli artisti che hanno utilizzato la Leica dagli anni venti ai giorni d’oggi. Nel 1911, Oskar Barnack, ingegnere della Zeiss, una delle aziende europee operanti nel settore dell'ottica, iniziò a lavorare alla creazione di una nuova tipologia di macchine fotografiche. Il primissimo prototipo funzionante venne completato nel marzo 1914. Si trattava della Ur-Leica che utilizzava la pellicola 35 mm per riprese cinematografiche inserendola in un caricatore. Questa nuova tecnologia oltre ad aprire nuove prospettive ai fotografi di tutto il mondo fu la base di tutte le fotocamere fino ai nostri giorni.
Racconta la storia di una città attraverso le immagini del suo lato più oscuro. È la mostra “Milano e la Mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca” allestita a Palazzo Morando fino all'11 febbraio 2018. L' esposizione curata da Stefano Galli e realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, analizza e ripercorre la nascita e l’affermazione della criminalità a Milano, tra la fine degli anni quaranta e la metà degli anni ottanta. In mostra 170 immagini d’epoca, documenti e “strumenti del mestiere” come la celebre custodia del mitra di Luciano Lutring, i dadi usati nelle bische e, ancora, le armi utilizzate dalla polizia per combattere il crimine.
Vuole far emergere gli aspetti più potenti e contrastanti del linguaggio fotografico di Becchetti la mostra che rimarrà aperta al Caos fino al prossimo 4 marzo. Si tratta di Sandro Becchetti | L’inganno Del Vero che curata da Valentina Gregori e da Irene Labella prende le mosse dal volume postumo “L’inganno del vero. Tracce di un percorso in soggettiva”, un libro prezioso, una bussola che Becchetti deposita nelle mani del pubblico per orientarlo nel suo universo di immagini e parole. Sandro Becchetti nasce a Roma nel 1935. Inizia la sua attività di fotografo nella seconda metà degli anni Sessanta, documentando la realtà sociale, politica e culturale del nostro Paese. La collaborazione con “Il Messaggero” lo porta a diventare uno dei più apprezzati ritrattisti italiani.