A Forli è venerata con particolare partecipazione e considerata la protettrice della città: la Madonna del Fuoco, un’immagine della Beata Vergine con Bambino, è una delle più antiche xilografie esistenti al mondo, scampata ad un incendio e conservata nel Duomo della città romagnola. Per ricordare la terribile distruzione causata dall’incendio del 1428, dalle finestre delle abitazioni vengono esposti, nella notte tra il 4 e il 5 febbraio, uno o più lumini rossi, candele, ceri e lampadine in segno di devozione alla Madonna.
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Per l’occasione si festeggia anche il palato con un piatto particolare, la Piadina della Madonna, un dolce povero realizzato con uvetta e semi di anice presente in tutte le tavole e tra le bancarelle che, nel giorno della Madonna del Fuoco tra le 8 e le 22, sfilano lungo il percorso da Piazza del Duomo a Piazza Saffi per tutto il centro storico, accanto a stand che oltre a dolci ed ogni tipo di leccornie propongono anche giochi ed abbigliamento. Anche Papa Giovanni Paolo II ha pregato la Madonna del Fuoco: era l’8 maggio 1986, durante la sua storica visita a Forlì e in Romagna, e non manca un omaggio da parte dei bambini che, in una delle domeniche che precedono il 4 febbraio, vanno in pellegrinaggio portando fiori e disegni che vengono lasciati alla colonna in Piazza del Duomo, la stessa dove pregò il Papa. E’ chiamata la Fiorita dei bambini, un’iniziativa che coinvolge centinaia di persone, bambini con le proprie famiglie, parrocchie, scuole ed associazione, Dopo la sosta alla colonna, la Fiorita si conclude in Cattedrale nella cappella della Patrona con la preghiera assieme al vescovo, e al termine i bambini ricevono un lumino da accendere alla finestre delle proprie case la sera della vigilia della festa.
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Curioso è sapere come il culto della Madonna del Fuoco abbia varcato non solo i confini di Forli e dell’Emilia Romagna, arrivando a diffondersi anche a Cesena, Cervia, Rimini, Ancona e Roma, ma addirittura in Uganda. Qui, nel 1926, in preparazione alle celebrazioni del V centenario del miracolo fu realizzato un catecumenato per preparare gli indigeni a ricevere il battesimo e quindi si istituì una missione a lei dedicata. E non è tutto: dal caldo africano al gelo dei ghiacci, grazie al comandante Umberto Nobile che, nel 1928, lanciò, dal dirigibile Italia diretto al Polo Nord, un’immagine della Madonna del Fuoco sui ghiacciai, annunciando quanto fosse gradevole pensare che la Vergine vincitrice del fuoco potesse dominare sui ghiacci ai confini del mondo.