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La Piadina della Madonna del Fuoco

La miracolosa piadina di Forlì

Con un dolce dalla tradizione secolare viene ricordato l'episodio che ha dato origine al culto della Patrona: la Madonna del Fuoco

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Ieri e oggi in cucina
La piadina della Madonna del Fuoco di Forlì
Forlì ricorda il miracolo della Madonna del Fuoco dedicando alla sua  Patrona un dolce che ha fatto la storia della città e che permette di riscoprire gli ingredienti unici della tradizione più semplice e genuina.

LA TRADIZIONE Era il 1428 quando a Forlì divampò l'incendio da cui ebbe origine il culto della Madonna del Fuoco. Nella notte tra il 4 e il 5 febbraio le fiamme avvolsero la scuola dove insegnava Lombardino da Riopetroso distruggendo tutto, tranne la xilografia di carta che raffigurava la Madonna con il Bambino circondata dai Santi che l'insegnante aveva esposto su una parete per far pregare i suoi allievi. Il miracolo non passò inosservato e, nel corso del tempo, la devozione nei confronti della Vergine il cui nome, proprio in memoria dell'episodio sorprendente, venne affiancato all'appellativo "del Fuoco", si fece sempre più sentita tanto da essere scelta come patrona della città. Dove un tempo sorgeva la scuola venne edificata la chiesa del Miracolo della Madonna del Fuoco mentre la xilografia, ormai una delle più antiche esistenti, è esposta in una cappella all'interno del Duomo cittadino. Per mantenere viva la memoria del miracolo del 1428, ogni anno il 4 febbraio si celebra la festa della patrona forlivese durante la quale i fornai cittadini preparano e vendono l'antico pane dolce a base di semi di anice e zucchero che lega le proprie origini al culto della della Vergine forlivese e che, dunque, da secoli è conosciuto con il nome di Piadina della Madonna del Fuoco.

LA DENOMINAZIONE Tanto genuina quanto antica, la ricetta di questo gustoso pane dolce, come suggerisce il nome stesso, è legata al culto della patrona forlivese alla quale viene dedicato proprio nel giorno in cui si celebra la sua memoria. Si narra, infatti, che diversi secoli orsono, nel corso di una carestia, i doni offerti in voto alla Madonna del Fuoco vennero venduti e con il ricavato venne preparato un pane dolce che venne distribuito ai poveri. Fu così che nacque questa ricetta che, in breve tempo, divenne proprio uno dei simboli della festa patronale. Un tale legame con la storia, la cultura ed il folklore locale sono valsi alla Piadina della Madonna del Fuoco l'inserimento nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT).

LE CARATTERISTICHE Come molte delle ricette della tradizione locale, anche quella della Piadina della Madonna del Fuoco si distingue per la sua semplicità. E' impossibile non riconoscere, tra le bancarelle della festa, i negozi dei fornai e i supermercati locali, le dolcissime focaccine preparate per la patrona. L'aspetto è, indubbiamente, quello del pane ma basterà assaggiarne un pezzetto per lasciarsi avvolgere dall'aroma inconfondibile dei semi di anice e da un lieve profumo di marsala. Sono questi gli ingredienti che rendono unica ed inconfondibile la piadina dolce di Forlì.

LA PRODUZIONE Sono centinaia, se non probabilmente migliaia, le piadine dolci preparate ogni anno nel periodo della festa della Madonna del Fuoco. L'antica ricetta di un tempo, nel corso dei secoli, ha inevitabilmente subito qualche modifica apportata da fornai e pasticceri per venire incontro all'evoluzione dei gusti dei propri clienti, ma in ogni caso l'impostazione di questo dolce è rimasta sostanzialmente invariata. Se in origine non era altro che pane con lo zucchero aromatizzato all'anice, oggi si tratta di un semplice impasto lievitato a base di farina, zucchero, strutto, acqua, latte, sale e, naturalmente, anice e marsala, talvolta arricchito con una leggera farcitura di crema. Non mancano varianti più originali, tra le quali si distingue quella con gocce di cioccolato, ma sono sempre quelle più vicine alla tradizione a riscuotere maggior successo.

IL TERRITORIO Edificata dai Romani nel II secolo a.C. come importante snodo posto all'incrocio con la via consolare che portava in Toscana, Forlì è una di quelle città della Romagna che nel corso dei secoli subì numerose dominazioni, trasformazioni, distruzioni e ricostruzioni ed oggi si presenta come un autentico concentrato di storia che racconta due millenni dell'epopea del nostro Paese. La città vanta un affascinante centro storico nel quale sono ancora ben visibili i due assi viari di epoca romana che generano i quattro principali corsi cittadini: Mazzini, Garibaldi, Diaz e della Repubblica, che convergono nella bellissima Piazza Saffi. Proprio qui è concentrata la maggior parte dei monumenti più significativi delle differenti epoche della storia forlivese. Dalla basilica romanica di San Mercuriale, sormontata dall'imponente campanile del XII secolo, sino al Palazzo Comunale del XIV secolo, più volte trasformato e dotato della bella Torre dell'Orologio, ai quattrocenteschi Palazzi del Podestà e Albertini, che ospitano interessanti esposizioni, e al novecentesco Palazzo delle Poste, degno rappresentante del secolo più recente. Da non perdere, infine, il bellissimo Duomo con la suggestiva piazza antistante, la Chiesa del Carmine, l'Oratorio di San Sebastiano, la Pinacoteca Comunale, che custodisce tra gli altri capolavori l'Ebe del Canova, la Rocca Sforzesca di Ravaldino e i più recenti Musei San Domenico.

LA CULTURA Affascinante in ogni periodo dell'anno, è proprio in occasione della festa che Forlì si ammanta di atmosfere cariche di suggestione che meritano di essere vissute e respirate almeno una volta. Il 4 febbraio è indubbiamente la data da segnare sul calendario per organizzare un weekend in città. Se per alcuni aspetti, infatti, la festa della Madonna del Fuoco non è molto differente da quelle dedicate ad altri patroni italiani, sotto altri punti di vista si tratta di una ricorrenza davvero unica e particolare. Alle più classiche bancarelle, processioni, musiche e balli popolari che animano la bella piazza del Duomo, fulcro dell'evento, , si affiancano, infatti, alcune usanze e tradizioni molto singolari e coinvolgenti. Sulle finestre delle case, ad esempio, in occasione della festa si possono scorgere pittoreschi lumini rossi che vengono lasciati ardere durante la notte tra il 4 e il 5 febbraio in memoria del terribile incendio. Sulla piazza del Duomo, invece, da 30 anni si svolge la Fiorita della Madonna del Fuoco: i bambini delle scuole forlivesi, a partire da due giorni prima della festa, legano attorno alla ringhiera della statua della Madonna un disegno raffigurante il miracolo della Madonna del Fuoco assieme ad un fiore. Senza dimenticare, naturalmente, il profumo ed il sapore delle piadine che rallegrano grandi e piccini.

IN CUCINA Non è certo nota per essere un raffinato dessert cui abbinare vini o liquori pregiati o da servire in piatti eleganti realizzando composizioni artistiche degne dell'alta cucina. La Piadina della Madonna del Fuoco è e rimarrà sempre un dolce semplice che evoca tempi, ricordi e tradizioni locali. Non c'è nulla, però, che vieti di renderlo ancora più appagante bagnandolo, magari, con dell'inebriante vino da dessert o con un profumato bicchiere di marsala o di passito.


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