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Colorno cosa vedere

Colorno, oltre alla reggia c'è di più: ecco cosa vedere

Oltre al Palazzo Ducale il borgo in provincia di Parma ospita diverse altre attrazioni

Reggia di Colorno, particolare
© Reggia di Colorno.it
Particolare dell'ingresso alla Reggia di Colorno
A poca distanza da Parma, Colorno è uno dei borghi più belli di tutta l’Emilia Romagna e la sua storia affonda le radici in epoca medievale. Prima era prima stato un feudo del Vescovo di Parma per poi diventare un avamposto strategico per la supremazia di Parma nei territori circostanti, compito che assolse con grande onore soprattutto quando si oppose strenuamente all’esercito di Federico II che, nel 1247, avanzava per punire la conversione della città capoluogo della provincia alla causa guelfa. Ma l’impronta definitiva che lo ha reso oggi il gioiellino che è, al di là della presenza della celebre reggia, la ebbe grazie alla famiglia Sanseverino che, dal 1458, contribuì non solo all’espansione del comune ma anche all’arricchimento di grandi opere architettoniche. Notevole contributo venne dato anche dai Borboni, che ne rinvigorirono l’aspetto del centro urbano. 



Il centro di Colorno
Il centro di Colorno, infatti, merita di essere visitato anche e soprattutto per le sue chiese. Quella di Santa Margherita, ovvero il Duomo (nella foto sopra l'interno), testimonia lo stile gotico internazionale del Cinquecento, ammirabile specialmente nella facciata e nell’abside. All’interno si trovano il pulpito di legno del Settecento e diversi dipinti tra cui il Martirio di Santa Margherita di Francesco del Cairo ed altri affreschi decorativi. Ci sono poi la chiesa di Santo Stefano, dalle forme necoclassiche, l’oratorio di Copermio e la Torre delle Acque risalente al XV secolo che comprende un manufatto idraulico di importanza strategica che serviva per alimentare al tempo le fontane del giardino della Reggia. L’Aranciaia è un edificio costruito intorno al 1710 come ricovero invernale per le numerose piante in vaso di agrumi, collocate nei mesi estivi nel parco di Palazzo e che oggi ospita il Museo dei Paesaggi di terra e di fiume. In località Vedole si trova l’oratorio della SS. Annunziata (nella foto sotto), fatto costruire nel 1586 da Anna Sanseverino in pianta ottagonale con la facciata a ridosso dell’argine della Parma, le volte traforate e la copertura “alla tedesca”, con tegole di maiolica gialle, blu e bianche.



La Cappella reale di San Liborio
Un particolare curioso riguarda San Liborio (nella foto sotto parte dell'interno), la chiesa adiacente al celebre Palazzo Ducale: la storia narra che Francesco Farnese soffrisse di calcoli e per questo il Duca decise di dedicare la propria cappella, che più tardi venne poi ricostruita da Ferdinando di Borbone, al Santo Patrono degli affetti da calcoli renali. E ad accrescere maggiormente l’importanza di questo luogo è il fatto che sia la cappella reale più grande d’Italia e la seconda in Europa dopo l’Escorial di Madrid. Appena entrati si nota subito la tribuna ducale della controfacciata, da dove il Duca assisteva alla messa senza dover per forza salire. Non ci sono scale che conducono alla tribuna, ma una porticina, attraverso un cunicolo, porta direttamente alle sale interne alla Reggia. La cappella si struttura come una chiesa a tutti gli effetti, con pianta a croce latina e tre navate separate da colonne di ordine corinzio. A spiccare sull’altare maggiore è la Predicazione di San Liborio, opera di Gaetano Callani. Prticolare attenzione deve essere posta al pavimento, composto da marmi policromi incastonati con intarsio con motivi floreali: sono stati utilizzati marmo rosso di Verona, marmo giallo di Siena, marmo rosa, grigio e nero di Carrara. Di fronte all’altare si trovano il coro ligneo, di notevole suggestione, le pale d’altare di importanti pittori dell’epoca e diverse sculture. Anche l’organo Serassi è un vero gioiello, a dimostrazione di quanto il duca ci tenesse alla musica, ed offre numeri davvero eccezionali per l’epoca: è infatti dotato di 3000 canne, 68 comandi e 8 mantici. Non meno stupefacenti i raffinati reliquiari e il ricco arredo liturgico composto da croci, troni, candelieri e leggii, cosi come la cappelletta del Santissimo Sacramento, progettata dall’architetto colornese Pietro Cugini, ornata con preziosi marmi grigi di età romana che vennero trafugati dal palazzo di Tiberio presso gli orti farnesiani sul Palatino.



La reggia, simbolo di Colorno 
L'attrazione più importante è però il Palazzo Ducale, meglio conosciuta come Reggia di Colorno (nella foto sotto),  fatta costruire agli inizi del Settecento per volontà del duca Francesco Farnese sui resti della rocca, che richiama ogni anno tantissimi visitatori. E’ una vera meraviglia architettonica che nulla ha da invidiare alla più famosa cugina di Versailles, e per questo è conosciuta anche come la Versailles italiana. A farsi notare subito è il bellissimo giardino con le sue imponenti fontane, che nasce in origine come giardino all'italiana dal progetto di Roberto Sanseverino del 1500 ma che, con l'arrivo a Parma di Don Filippo di Borbone, nel 1749 diventa giardino alla francese. La spettacolare struttura conta 400 sale con splendidi arredi. Nello spettacolare piano nobile sono ancora originari gli arredi fissi come i pavimenti di marmo policromo, gli affreschi, gli stucchi, le serrature e i camini. La Gran Sala, opera dell’architetto francese Pepitot, è l’ambiente più importante. Si visita anche l’Appartamento nuovo del Duca Ferdinando di Borbone composto da sei sale tutte affrescate, tra cui la biblioteca, la camera da letto, il bagno ed una piccola cappella. Oggi la Reggia di Colorno è anche la sede di ALMA, la prestigiosa Scuola Internazionale di Cucina Italiana, fiore all'occhiello della formazione culinaria italiana che offre l'opportunità ai giovani cuochi provenienti da tutto il mondo di farsi un nome da grandi chef. Per maggiori informazioni sulla Reggia di Colorno, visite, prezzi ed orari clicca qui.



Visita la Reggia di Colorno in coppia 

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