Grotteria è un comune in provincia di Reggio Calabria, celebre per il suo passato religioso testimoniato da ben 23 luoghi di culto di cui oggi rimangono una manciata di chiese. E’ in una bellissima cornice a poca distanza dal mare che si erge, però, anche una dimora storica che può vantare secoli di storia. Si tratta di Palazzo Lupis, edificato dalla famiglia feudataria dei de Luna d’Aragona nel Trecento. Varie vicissitudini lo portarono ad essere proprietà della famiglia dei Marchesi Lupis, ed oggi è rimasto uno splendido palazzo che sorge nella piazza intestata al Marchese Domenico Lupis Crisafi, nel quartiere Castello del centro storico, e gode di una notevole posizione ambientale e panoramica. Per questo è una location perfetta per matrimoni e grandi eventi.
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L’edifico sorge sul sito della preesistente chiesetta di S. Antonio, di cui rimane l’antica cripta nel cortile interno. Interessanti da ammirare sono i busti del cortile, che rappresentano il Barone Capitano Giovanni Lupis von Rammer, inventore del siluro, e lo storico e numismatico marchese Domenico Lupis Crisafi. Una curiosità riguarda i saloni. Durante i lunghi lavori di restauro, infatti, venne casualmente scoperta una profonda nicchia in una delle pareti delle boiserie che era stata attentamente occultata: venne murato l’ingresso e riempita la cavità, perché non suonasse a vuoto. Al suo interno sono stati ritrovati una serie di oggetti misteriosi, che poi risultarono tutti appartenuti o legati a uno dei personaggi più misteriosi della casata Lupis. Si tratta del trentunesimo Marchese, ovvero Don Orazio III Lupis Macedonio Manso Amato de Luna d’Aragona, che nacque a Grotteria il 10 dicembre 1830, la cui figura è sempre stata legata a diverse Società Segrete dell’epoca come la nota Carboneria. Dopo attente ricerche si è scoperto che un elaborato recipiente di cristallo, riccamente decorato, conteneva una notevole quantità di cenere scura, mista a frammenti ossei, che altro non erano che le ceneri del Marchese. Venne quindi chiarito il mistero della sua sepoltura in quanto Don Orazio aveva deciso la sua cremazione, ma questa era avvenuta in gran segreto poiché tale pratica funeraria era a quei tempi espressamente vietata e condannata dalla Chiesa.
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Non è un caso che qualcuno narri di alcuni esponenti della casata che si aggirano ancora oggi tra le antiche mura, apparendo ogni tanto negli antichi saloni o nelle stanze. Leggende a parte, tra gli elementi artistici di rilievo sono da menzionare il portale monumentale seicentesco, opera della scuola scultorea di Serra San Bruno, l’antica biblioteca che raccoglie oltre 7.000 volumi, in buona parte edizioni antiche o rare, l’archivio familiare con documenti originali risalenti al XV secolo ed alcune collezioni d’arte che comprendono per lo più busti e ritratti.
Palazzo Lupis fa parte dell’Associazione Nazionale Dimore Storiche
L’Associazione Dimore Storiche italiane, Ente morale riconosciuto senza fini di lucro, è l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in tutta Italia.