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Venosa cosa fare e vedere

Basilicata, cosa rende speciale il borgo di Venosa

Inserito nel circuito dei Borghi più Belli d'Italia il comune lucano è un mix di storia, arte, archeologia, natura e buona cucina

Scorcio di Venosa
©iStockphoto
Scorcio panoramico di Venosa
Tra gli oltre 270 comuni classificati come Borghi più belli d’Italia c’è anche Venosa, in provincia di Potenza, situato nell’area del Vulture, cosi chiamata per la presenza del massiccio del Monte Vulture. Si tratta di un piccolo gioiello tutto da scoprire non solo per gli splendidi paesaggi che fanno da cornice e i suoi contesti naturalistici, ma anche per le attrazioni storico culturali che hanno lasciato un segno inconfondibile da tempo immemore. Già, perché la storia di Venosa ha origine più che antiche, come confermano le tracce rinvenute insieme ai resti di una necropoli ritrovati nel territorio circostante del Parco Paoleolitico di Notarchirico, dove è stato rinvenuto uno dei più antichi resti fossili del Vecchio Continente, un femore umano appartenente con tutta probabilità ad un Homo Erectus. Ma ci sono anche le antiche terme romane, le vestigia dell’anfiteatro e i resti di ville romane che portano immediatamente a pensare a Quinto Orazio Flacco, uno dei più illustri poeti dell’epoca romana, i cui versi riecheggiano ancora tra le vie dell’antica città romana dove è nato. Nelle viuzze di Venosa ci si può lasciar guidare dalle ispirazioni di Orazio per andare a visitare quella he la tradizione considera la sua casa natale. Ma Venosa è celebre anche per essere il luogo di nascita di un altro personaggio storico, Gesualdo, a cui si intreccia una storia di musica, passione e morte: fu infatti un compositore di madrigali nel XVII secolo, che, in un impeto di follia, uccise l'adultera moglie Maria e il suo amante. Passeggiando per il centro si incontrano numerose fontane artistiche come quella di Messer Oto del 1313, l’angioina del 1228 o la fontana di San Marco del Quattrocento. E non mancano neanche gli edifici nobiliari come il Palazzo Calvino, il Palazzo del Bali, il Palazzo Darde e il Palazzo Lauridia. Il maestoso Palazzo Rapolla, eretto nel 1514, è cinto da mura fortificate con due portali di accesso ed è celebre anche per aver ospitato Giuseppe Bonaparte nel 1807.



Tra le testimonianze storico artistiche spicca il Castello di Pirro del Balzo, datato 1470, che si erge imponente al centro del paese, con le sue torri a forma di cilindro e l’ampio fossato mai riempito d’acqua, ed ospita tra le sua mura il Museo Archeologico Nazionale. Venne costruito nel punto dove una volta sorgeva l’antica Cattedrale e ancora prima le cisterne romane, i cui resti si possono ancora osservare nel cortile del castello. E’ stato nel corso del Seicento che la fortezza venne trasformata in dimora signorile da Carlo ed Emanuele Gesualdo: lo stemma della casata formato da un grande sole con i raggi si può ancora ammirare affisso alla torre occidentale. Oltre al museo che custodisce i reperti delle vicine aree archeologiche il Castello ospita anche la Biblioteca Comunale. Tra i numerosi luoghi di culto spiccano la Cattedrale di Sant’Andrea, del Cinquecento, con le sue tre navate sormontate da archi a sesto acuto, la seicentesca Chiesa di San Filippo Neri, conosciuta anche come Chiesa del Purgatoria, in stile barocco con un’incisione sul portale di ingresso che riporta una frase di Orazio e quella di San Rocco, intitolata al Santo che liberò la città dalla peste. Ma è naturalmente l’Incompiuta la vera regina tra le strutture religiose A pochi passi da Venosa si trova infatti la bellissima abbazia della Santissima Trinità, al cui interno si ammirano preziosi affreschi e le spoglie del condottiero normanno Roberto il Guiscardo. A colpire il visitatore, però, sono soprattutto i resti di quella che è chiamata "L'Incompiuta", che si ergono nella parte posteriore dell’abbazia. I lavori del XI secolo avevano lo scopo di completare l'abbazia con un enorme abside e due larghe campate ma non avvennero mai. Rimane una vera e propria opera d’arte in pietra, un capolavoro benedettino che deve proprio al fatto di non essere terminato l’aumento del suo fascino indiscusso. Scopriamo di più sul complesso storico della Santissima Trinità.



Celebri sono anche le Catacombe ebraiche scoperte nel 1853 nei pressi della collina della Maddalena, a poco più di un chilometro da Venosa, che si articolano in vari nuclei di notevole interesse storico e archeologico al cui interno si trovano loculi parietali e nel suolo. Le nicchie contengono due o tre tombe oltre a loculi laterali per bambini. In fondo alla galleria principale, svoltando a sinistra, si segnalano numerose epigrafi del III e del IV secolo in lettere dipinte di rosso o graffite. Di queste, 15 sono in lingua greca, 11 in lingua greca con parole ebraiche, 7 in lingua latina, 6 in lingua latina con parole ebraiche, 4 in lingua ebraica, e altre 4 sono in frammenti. Non meno degne di note sono le prelibatezze gastronomiche, vantando la cittadina una ricca tradizione culinaria a base di ricette particolarmente appetitose. Tra i piatti tipici gli strascinati, una pasta fatta a mano condita con cacio ricotta grattugiato, lagane e ceci, caratelli e cime di rape, favette e cicorie, baccalà con peperoni, agnello alla contadina, carne di pecora armoatizzata e dolci come pizzicanelli al cioccolato, mandorle e cannella e le pettole, un impasto di farina immerso nell’olio bollente e zuccherato. Senza scordarsi che Venosa è tra i comuni della Basilicata che sono patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d'Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età. Si riconoscono profumi di  mora e  prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. L’antico vitigno dell’Aglianico era originario della Grecia. 



Venosa è ideale anche per una passeggiata romantica: seguite questo itinerario
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