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Bardi e il castello del cavaliere "termico"

In Emilia Romagna uno dei castelli più celebri della regione: scopriamone i segreti

Veduta di Bardi
©iStockphoto
Veduta con il castello
Nel lembo sud occidentale dell’Emilia Romagna che va verso la Liguria, lungo la Val Ceno, si adagia il comune di Bardi, a circa 60 chilometri da Parma. Intriso di un fascino unico che ogni anno richiama migliaia di visitatori grazie alla scenografica mole del celebre castello, il borgo offre atmosfere medievali che si respirano lungo ogni stradina acciottolata che si arrampica a spirale verso la cima del colle, con le case in pietra che si insinuano strette le une alle altre. Senza contrare i dintorni, dove il percorso del fiume Ceno e la sagoma del Monte Crodolo regalano panorami in cui l’osservatore si riconcilia con la natura. Proprio questo idilliaco scenario sembra che sia stato attraversato dall’esercito di Annibale e leggenda vuole che il nome di Bardo derivi proprio dall’ultimo dei suoi famosi elefanti che aveva battezzato Badrus, morto qui durante la marcia verso Roma. La realtà storica, però, fa risalire il nome alla nobiltà longobarda che vi si stabilì intorno al 600 d.C. Tra leggende e tradizioni spicca anche un ricco patrimonio storico che vede nel castello il suo emblema più famoso, essendo considerato uno dei più belli della regione. (Scopri una mostra al Castello di Bardi)



La rocca, esempio di architettura militare di età medievale, si erge maestosa su uno sperone di diaspro rosso. All' interno trovano sede il Museo della civiltà valligiana e il Museo del bracconaggio e delle trappole dove speso sono ospitate esposizioni temporanee di diverso tipo. Una curiosità riguarda il Museo della Civiltà Valigiana, poiché è collocato nella parte sud della struttura, ovvero in quegli ambienti che in origine ospitavano i cortigiani e si possono quindi ammirare le volte a padiglione e le cornici decorative a stucco. Edificato alla fine del IX secolo, il castello aveva il compito di difendere la popolazione dalle incursioni ungariche e con il passare del tempo vennero ingrandite e rafforzate le sue strutture militari fino a quando, durante il Cinquecento, la famiglia Landi vi si trasferì trasformandolo in palazzo signorile. Una delle maggiori attrazioni del maniero è la Sala delle Torture, un ambiente piuttosto macabro dove si possono vedere diversi strumenti di tortura. Vale la pena, però, proseguire la visita anche attraverso le stalle, quella che era la ghiacciaia, il cortile d’onore e la piazza d’armi, l’ala nobile, le cucine e gli alloggi dove si ammirano ancora gli arredi antichi.



Quello che rende il castello di Bardi ancora più famoso e suggestivo è la leggenda che riguarda la prima foto termica di un fantasma scattata da due studiosi di parapsicologia, e il fatto che sia stato teatro della storia d’amore dei due giovani amanti, Soleste e Moroello. Lui era il comandante delle truppe, lei la figlia del castellano promessa dal padre ad un altro uomo, e la loro vicenda diventa ancora più appassionante se la si scopre proprio percorrendo i camminamenti di ronda o le prigioni del castello. La storia narra dei due giovani innamorati il cui destino per loro si rivela infelice, in quanto Moroello parte per la guerra e Soleste ogni giorno, aspettando il ritorno del suo amato, si reca sui bastioni del castello fino a quando, scorgendo un gruppo di cavalieri con le insegne nemiche, pensa erroneamente alla morte di Moroello e, impazzita di dolore, muore gettandosi dal mastio. In realtà era proprio Moroello, vittorioso, ad indossare i vessilli nemici come segno di conquista ottenuta. Una volta giunto al castello, il cavaliere viene a sapere della morte dell’amata Soleste e, anch’egli, non reggendo al dolore, si getta dagli spalti della piazza d’armi del castello. Ma oltre al triste epilogo della storia d’amore c’è di più. Sembra che da allora strani ed inquietanti fenomeni si verifichino ininterrottamente. C’è chi sente profumi ed odori sgradevoli in determinate stanze del castello, chi ode il rullare dei tamburi, chi addirittura voci umane. Altri, invece, sostengono di vedere gli oggetti spostati senza una spiegazione o sassi disposti in cerchio in zone del castello dove invece non c’è mai stata la presenza di sassi. Ed esiste addirittura la foto del cavaliere Moroello, scattata nei pressi della scalinata del boia all’interno del castello, realizzata con una termocamera, una video camera in grado di rilevare le modifiche termiche nell’ambiente. L’immagine, scattata nel 1999,  svela i contorni di una sagoma umana munita di armatura e ferita ad un braccio, e la leggenda racconta che Moroello fu ferito in battaglia ad un braccio. E’ stato possibile scattare la foto grazie al metodo della termo camera, utilizzato anche da alcuni ricercatori inglesi a caccia di fantasmi al castello di Edimburgo.



Pur essendo la maggiore attrazione e teatro di numerose giornate a tema medievale, con rappresentazioni di fatti storici, il castello di Bardi non è l’unico luogo interessante da visitare. Nella nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Addolorata, costruita nel 1934 in stile ravennate a tre navate, è custodito un dipinto giovanile su tavola del Parmigianino, raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, mentre sull’altare è visibile una statua in legno policromo e dorato del 1649 che rappresenta Maria Addolorata, attribuita allo scultore Berni, La vecchia chiesa parrocchiale è quella intitolata a San Giovanni Battista, eretta nel 1500 dai padri Serviti, e l’oratorio di Santa Maria delle Grazie, edificato nella seconda metà del Duecento, venne restaurato, chiuso e riaperto al pubblico che può oggi ammirare diversi dipinti del Settecento tra cui un olio su tela raffigurante la Vergine seduta regalmente nell'atto di benedire con la mano tra San Biagio e San Rocco, in atto di venerazione. Il convento di San Francesco con annessa la chiesa fu costruito nel 1611 sotto al lato ovest del castello. In stile romanico rustico si presenta invece la chiesa di San Siro. Oltre al patrimonio storico artistico si aggiunge la possibilità di praticare diverse attività outdoor tra i prati fioriti e i freschi torrenti come meravigliose passeggiate, la pesca alla mosca o con il cucchiaino, le escursioni a cavallo lungo l’Ippovia della Valli del Taro e del Ceno. 


 
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