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Palazzo Roverella Rovigo

A Rovigo non solo mostre temporanee

A Palazzo Roverella due percorsi permanenti ricchi di suggestioni attraversano l'arte dall'antico Egitto al Settecento veneto

Palma il Vecchio
StudioEsseci
Palma il Vecchio, Madonna col Bambino e i SS. Girolamo ed Elena
Maestosa testimonianza del periodo rinascimentale a Rovigo, Palazzo Roverella conserva le collezioni d'arte più prestigiose della città e le rende disponibili al pubblico attraverso due proposte culturali differenti. La prima quella della Pinacoteca presenta al visitatore un percorso espositivo ricco di suggestioni che copre un arco cronologico che va dal Quattrocento al Settecento. La seconda dedicata all'archeologia propone un affascinante viaggio che parte dai misteri dell’Antico Egitto alla scoperta dei riti e degli strumenti con cui greci, etruschi, romani e veneti antichi invocavano il favore degli dei. Costruito nel 1474 dal cardinale Bartolomeo Roverella oggi il Palazzo è di proprietà del Comune di Rovigo, ma gli spazi espositivi sono affidati in gestione alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Rosalba Carriera, Autoritratto – StudioEsseci
 
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LA PINACOTECA
 
Dal Gotico a Giovanni Bellini, dal Cinquecento al Settecento veneto le sale di Palazzo Roverella dedicate alla Pinacoteca offrono una rassegna di dipinti dei grandi maestri della pittura italiana. Il nuovo allestimento della pinacoteca mette in scena una selezione delle oltre 700 opere appartenenti alla preziosa collezione d’arte dell’Accademia dei Concordi e del Seminario Vescovile di Rovigo. Fra i capolavori assoluti della Pinacoteca segnaliamo le due tavole di Giovanni Bellini una “Madonna con il Bambino” di temperie mantegnesca e un “Cristo portacroce” che risente della lezione di Giorgione. 

Giovanni Bellini, Madonna con bambino - StudioEsseci
 
Presente anche una “Circoncisione” di derivazione belliniana di Marco Bello, cui si aggiungono una dolce e pacata tavola di Palma il Vecchio raffigurante “La Madonna con il Bambino tra i Santi Gerolamo ed Elena”, Giambattista Piazzetta con diverse opere tra cui un “San Gaetano da Thiene”, protettore dell’Accademia dei Concordi, un autoritratto di Rosalba Carriera e alcuni capolavori gotici tra i quali una rara pala a fondo oro del pittore veneziano Nicolò di Pietro. Grazie alle generose donazioni delle nobili famiglie rodigine è inoltre possibile incontrare nel percorso espositivo opere di Tiziano, Tintoretto e Tiepolo.

Marco Bello, Circoncisione - StudioEsseci
 
L'ARCHEOLOGIA
 
La collezione archeologica di Palazzo Roverella riunisce preziose testimonianze che aprono le porte di un mondo arcaico, fatto di divinità, eroi e rituali pagani. Si tratta ddi un affascinante viaggio alla scoperta dei riti e degli strumenti con cui egiziani, greci, etruschi, romani e veneti antichi rispondevano al bisogno di dio. Nella sezione archeologica del Palazzo sono così conservate le due mummie Meryt e Baby appartenenti rispettivamente a una donna e ad una neonata e che risalgono al IV secolo a.C. Costituiscono un pilastro nella storia dell’archeologia i vasi veneto etruschi da simposio in bronzo riferibili alla “Tomba di Borsea”, che insieme a un consistente numero di bronzetti preromani rappresentano la vivacità del territorio tra Rovigo e Adria in epoca antica. Non mancano pezzi unici come una spada del XIII secolo a.C. proveniente da Sarzano. E poi ancora vetri, monete, lucerne e materiali in bronzo di epoca romana, simbolo di una vita agiata in ville rustiche completano il quadro di una collezione giunta fino a noi grazie alla passione antiquaria e alla filantropia di alcuni notabili rodigini. 
 
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LA MOSTRA FUTURA 
 
A partire dal prossimo 19 settembre Palazzo Roverella proporrà un'importante monografica dedicata a Marc Chagall. Il tema su cui la curatrice Claudia Zevi ha scelto di misurarsi è quello dell’influenza che la cultura popolare russa ha avuto su tutta l’opera di Chagall. In mostra sarà possibile ammirare una selezione di oltre cento opere di cui 70 dipinti su tela e su carta. Di particolare interesse sarà la serie di 20 tavole tratte da  “Ma Vie”, l’autobiografia illustrata che Chagall pubblicò, appena trentaquattrenne, a Berlino all’inizio dell’esilio, consapevole che questa volta la separazione dalla Russia sarebbe stata definitiva. La mostra sarà, infatti, intitolata “Anche la mia Russia mi amerà”, proprio come la frase che conclude la dolorosa autobiografia dell'artista.

Marc Chagall, L'ebreo rosso (l'ebreo in rosa) 1914-15 - © Chagall ®, by SIAE 2020
 
 
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