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Mostre a Roma, street art di Shepard Fairey

A Roma la mostra del dissidente Fairey

Alla GAM la street art di Shepard Fairey dialoga con le opere della Sovrintendenza Capitolina

murales di Shepard Fairey 
Photo by Jon Furlong
Shadowplay, Furlong-FNL
Si tratta di un progetto espositivo esclusivo curato dall'urban artist Shepard Fairey che vede esposte trenta delle sue opere grafiche messe in dialogo con importanti opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina. É la mostra Shepard Fairey / 3 Decades of Dissent che ospitata presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma (di cui abbiamo già parlato qui) offre un confronto di forte impatto visivo.  Progettato dall’artista proprio per la GAM di Roma e il progetto unico e irripetibile vede per la prima volta Fairey confrontare i propri temi di “dissenso” attivando percorsi visivi che costituiscono un rinnovato approccio verso la propria arte e verso la storia dell’arte italiana recente. 

Per scoprire a Roma le opere dello street artist Banksy clicca qui
 
L'ARTISTA 
 
Nato a Charleston nel 1970 Shepard Fairey è uno degli Urban artist più conosciuti a livello globale, l’ideatore di OBEY GIANT, il cui nome deriva dalla campagna di sticker iniziata nel 1989 quando l’artista era ancora uno studente universitario. Con una formazione accademica in design, Shepard Fairey elabora il suo stile attraverso lavori grafici per adesivi, poster e matrici, scegliendo di utilizzare una gamma di colori minimalista, un sistema pittorico emblematico, immediato ed efficace, che ricorda le modalità e le tecniche utilizzate dagli artisti del Costruttivismo Russo, e del Futurismo ma anche del Modernismo anglo-americano. Richiami alla Pop Art sono visibili nella composizione dell’immagine, mentre i temi trattati rimandano a questioni socio-politiche, valori umanitari che guidano lo spettatore verso l’assunzione di una posizione civica e politica. Fra i riferimenti nell'evoluzione artistica di Fairey segnaliamo anche la cultura hip hop e punk rock, così come l’universo degli skateboarder. 

Shepard Fairey
Shepard Fairey, Portrait - Photo by Jon Furlong
 
LA MOSTRA
 
Fairey espone opere che fanno parte di una serie inedita (2019) con temi, icone e simboli che hanno caratterizzato i tre decenni della sua attività artistica, connotata da messaggi sociali e politici sempre fortemente definiti. La potenza iconica di tali lavori viene maggiormente amplificata grazie al dialogo – “interferenze d’arte” con alcuni dei capolavori di grandi artisti presenti nelle collezioni d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina, selezionate dallo stesso artista insieme al team curatoriale della mostra. Si genera quindi un'interferenza diretta con vari artisti, tra cui: Claudio Abate, Carla Accardi, Giacomo Balla, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Renato Guttuso, Fabio Mauri, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Fausto Pirandello, Giuseppe Salvatori, Mario Schifano, Scipione, Mario Sironi e Giulio Turcato.

allestimento mostra Fairey
Allestimento Shepard Fairey
 
IL PERCORSO ESPOSITIVO
 
Il percorso espositivo si apre con una copia autografata di “Hope”, una delle più celebri opere di Shepard Fairey, con la quale l’artista ha ridefinito il volto di Barack Obama, creando l’immagine iconica che ha fatto il giro del mondo come simbolo del primo politico di origini afroamericane a ricoprire la carica di Presidente U.S.A. In mostra è possibile notare come i legami dell'artista con la tradizione grafica dell’arte dissidente e avanguardista dell’Europa del Novecento siano ben presenti. É il caso di “Guns And Roses”, definita dal gioco linguistico e visivo fra rock e i simboli pacifisti, specificatamente anni Sessanta, con le rose nei fucili. Il pacifismo quindi, altro tema dominante di Fairey, va a legittimarsi con la sua riappropriazione della grafica del Modernismo europeo, come nella serie “Obey Lotus Ornament” e “Money” con Lenin, Mao e Nixon.

2 opere di Shepard Fairey
Allestimento Shepard Fairey
 
LE INTERFERENZE
 
La serie di “Interferenze d’arte”, ossia i rapporti - concettuali, tematici, iconografici fra i lavori di Fairey e le opere conservate nell'istituzione capitolina, cominciano dal gioco di sguardi del “Big brother is watching you” con “Susanna” di Felice Casorati.

mostra Shepard Fairey
Allestimento Shepard Fairey
 
Si prosegue  con “Commanda” in dialogo con “Donna alla toletta” di Antonio Donghi, mentre il pugno chiuso di “Obey fist” è messo in dialogo con  “Il Comizio” di Giulio Turcato, in cui le essenze cromatiche delle bandiere rosse si trasformano in forza politica e voce d’artista antagonista. Stessa cosa per il confronto con “Compagni Compagni” di Mario Schifano mentre il gelebre“Guns and Roses” si confronta con il “Cannone” di Pino Pascali nell’altrettanto iconica foto di Claudio Abate. 

sala con opere di Fairey
Allestimento Shepard Fairey
 
LA FOTOGRAFIA
 
Ricordiamo infine che l’arte urbana che caratterizza l’attività di Shepard Fairey è presente anche attraverso maxi fotografie in bianco e nero che trasportano gli interventi di arte pubblica esterni in uno spazio interno, generando nuovi stimoli di lettura e nuove riflessioni sull’arte di Fairey a confronto con le opere appartenenti alle collezioni della Sovrintendenza Capitolina.
 
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