Di colore arancio intenso e con polpa estremamente croccante, la Carota dell’Altipiano del Fucino è l’unica in Italia che può “vantare” la certificazione IGP. Ottima se gustata cruda in insalata, è perfetta anche per la preparazione di puree, succhi, vellutate, minestre e dolci.
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LA TRADIZIONE Nel 1876 il principe Alessandro Torlonia completò le opere di prosciugamento del Lago del Fucino, considerato per estensione il terzo lago d’Italia. In quest’area la coltivazione della carota iniziò intorno agli anni Cinquanta: oltre ai benefici economici portati dalla vendita delle carote, gli agricoltori si accorsero presto che questo tipo di coltivazione, determinando un allungamento della rotazione colturale, riduceva notevolmente fenomeni negativi – come le proliferazioni di patologie o il fenomeno della stanchezza del terreno – che tanti problemi arrecavano alle colture del Fucino. La coltivazione delle carote in pieno campo è iniziata nel 1950.
LA DENOMINAZIONE La certificazione IGP “Carota dell’Altipiano del Fucino” racchiude le carote della specie “Daucus carota L.” che derivano dalle varietà: Maestro (Vilmorin); Presto (Vilmorin); Concerto (Vilmorin); Napoli (Bejo); Nándor (Clause); Dordogne (Sg).
LE CARATTERISTICHE Si caratterizza per presenta una radice di forma prevalentemente cilindrica, con punta arrotondata, priva di peli radicali e senza cicatrici profonde nei punti di emissione del capillizio. Il colore è arancio intenso; l’epidermide è liscia e la polpa estremamente croccante. La Carota dell'Altopiano del Fucino ha un sapore dolce e corposo e una polpa particolarmente croccante.
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LA PRODUZIONE La zona di produzione della Carota dell’Altopiano del Fucino è l’intero comprensorio dell’Altopiano del Fucino, in provincia dell’Aquila. I comuni interessati sono Avezzano, Celano, Cerchio, Aielli, Cullarmele, Pescina, S.Benedetto dei Marsi, Gioia nei Marsi, Lecce dei Marsi, Ortucchio, Trasacco, Luco dei Marsi.
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LA CULTURA Nel corso degli anni questa coltura è divenuta un prodotto di punta del comparto orticolo dell'Altopiano e ha raggiunto un notevole successo e notorietà sul mercato nazionale ed estero, rendendo opportuna una tutela della Denominazione di origine nei confronti dei tentativi di indebita attribuzione. Oggi la produzione – che si estende su una superficie di oltre 2200 ettari – è di circa 1,6 milioni di quintali annui, che rappresenta mediamente il 30% della produzione nazionale, il 5% della produzione europea e l’l% di quella mondiale. La grandissima disponibilità di prodotto ha favorito la realizzazione di impianti di trasformazione della carota sia in cubetti che in succhi.
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IN CUCINA Le Carote dell’Altopiano del Fucino vantano un elevato contenuto in acido ascorbico, vitamine, tiamina, riboflavina e soprattutto carotene. Possono essere consumate crude o cotte e utilizzate per la preparazione di piatti salati o dolci.
Ricetta Carote alla parmigiana. Ingredienti: 700 g Carote; 3 cucchiai Olio extravergine; 3 cucchiai Parmigiano grattugiato; q.b. Sale; q.b. Pepe. Spuntate le carote, pelatele e lavatele. Asciugatele con un canovaccio pulito e tagliatele a rondelle. Mettete l'olio in una casseruola antiaderente e portate a temperatura. Non appena sarà ben caldo, aggiungete le carote e fatele rosolare brevemente mescolando con un cucchiaio di legno. Versate mezzo bicchiere di acqua nella casseruola, insaporite con una presa di sale e un pizzico di pepe appena macinato. Continuate la cottura a fuoco moderato, per 20 minuti circa, mescolando di tanto in tanto. A cottura ultimata, cospargete le carote con il parmigiano grattugiato. Coprite il tegame e lasciatelo riposare per qualche minuto. rasferite le carote su un piatto di portata riscaldato e servite ben calde. (buonissimo.org)
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IL TERRITORIO La Piana del Fucino, un bacino di 14.000 ettari fiancheggiato da alte cime appenniniche. L’area, interamente pianeggiante, si trova ad un’altitudine di 700 metri sul livello del mare ed è circondata da monti di particolare interesse ambientale come quelli del “Parco nazionale d’abruzzo”, del “Velino-Sirente” e degli “Ernici – Simbruini”. L'ampia conca del Fucino era un tempo ricoperta dalle acque dell'omonimo lago, che nel 1870 venne prosciugato e quindi bonificato ad opera del principe Alessandro Torlonia. Quella del Fucino è una terra "giovane", resa fertile dalla grande quantità di humus creata nel corso dei millenni dalle sostanze organiche depositatesi sul fondo del lago. In quest'area si contano ben 10.000 ettari di colture orticole che arrivano sulle tavole di tutta Italia e non solo. Carote, finocchi, radicchi, bietole, indivie, pomodori, cavoli e cavolfiori alimentano in parallelo anche una fiorente industria di trasformazione. Alle carote in particolare è riservata una superficie di 2.500 ettari che conferiscono annualmente tra 1.500.000 e 1.800.000 quintali di prodotto, pari al 30% della produzione nazionale di questo ortaggio. La notevole fertilità del terreno arricchisce l’ortaggio di un elevato contenuto vitaminico e proteico.DA VEDERE IN ABRUZZO: VAI ALLA GUIDA
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