Marroni e castagne erano fonte di sostentamento, ma anche di ricchezza. L'economia di Castel del Rio continua a ruotare intorno al castagno: nel 1885 i castagneti ricoprivano il 40% del terreno coltivato nel Comune. Oggi i marroni rappresentano una specialità culinaria, che abbina l'ottima qualità del prodotto al piacere di assaporare il gusto della tradizione.
LA TRADIZIONE Fin dal Medioevo queste delizie delle tavole aristocratiche rappresentarono la base dell'alimentazione delle genti montane. Intorno all'anno 1000, sugli Appennini, i castagneti da frutto presero il posto dei boschi di querce e i castagni divennero una risorsa fondamentale, vere e proprie piante di civiltà. Tanto è vero che il castagno era chiamato, dalle popolazioni montanare, l'albero del pane. La coltivazione dei marroni era attentamente regolata. Nel 1694 un editto ci informa che "gran parte della rendita che ricavasi dal territorio di Castel del Rio consiste nel frutto delli castagni". Lo stesso atto imponeva, tra l'altro, l'impianto di nuovi esemplari per ogni albero abbattuto, per assicurare la salvaguardia del prodotto principe dell'economia locale.
LA DENOMINAZIONE A tutela di questo autentico patrimonio gastronomico i castanicoltori di Castel del Rio si sono riuniti in un Consorzio e hanno ottenuto il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta. L'I.G.P. assicura la qualità e la genuinità dei marroni di Castel del Rio e ne accompagna la vendita in Italia e all'estero.
LE CARATTERISTICHE I marroni sono ben diversi dalle più comuni castagne. In primo luogo, il marrone si distingue per il gusto: più dolce e profumato, racchiude ed esalta gli aromi e i sapori del bosco. Inoltre il marrone ha una pezzatura molto maggiore della castagna, tanto è vero che un riccio racchiude al massimo 2 o 3 frutti. Ultima delle sue qualità, il marrone è protetto da una buccia bruna e da una sottile pellicina che possono essere asportate con estrema facilità, operazione quasi impossibile con le castagne.
LA PRODUZIONE La zona di produzione comprende i comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano, in provincia di Bologna. La pezzatura dei marroni deve essere medio-grossa, in media occorrono 90 frutti per fare un chilogrammo e la raccolta avviene ai primi di ottobre.
LA CULTURA Un frutto che fa parte del modo di essere e delle abitudini degli Alidosiani che lo vivono in modo quasi simbiotico, dedicandogli attenzioni e grandi cure. Questo straordinario rapporto tra uomo e terra consente la sopravvivenza di sapori e tradizioni della cultura contadina. Ogni famiglia di Castel del Rio e degli altri Comuni dell'Alta Valle del Santerno, fino a qualche decennio fa possedeva un piccolo appezzamento di castagneto da cui traeva il necessario per le proprie esigenze alimentari. Solo in caso di raccolta abbondante si pensava alla vendita. Oggi, invece, l'attenzione al mercato è aumentata e il Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio, dal 1985, credendo nel rapporto profondo tra agricoltura, ambiente, alimentazione e salute vuole far conoscere il Marrone dal punto di vista nutrizionale, introducendo il consumatore alla cultura del cibo e all'educazione al gusto.
IN CUCINA La squisitezza e la naturalità di questo prodotto fanno dei marroni l'ingrediente principe di numerose preparazioni culinarie che, in autunno, trionfano sulle tavole dei gourmets. Adatti a preparazioni dolci e salate, i marroni si sposano con carni e sughi, risotti e pasta fresca, ma anche zuppe, come la tradizionale plé - Zuppa di Marroni
LA RICETTA Ingredienti per 4 persone: 1 kg di Marroni IGP di Castel del Rio; acqua q.b; un pizzico di sale. Arrostite i marroni, sbucciateli e lessateli in abbondante acqua che deve sempre coprire i marroni per tutta la cottura, aggiungete un pizzico di sale. A cottura ultimata il piatto è già pronto. A piacere si può aggiungere pane tipo toscano abbrustolito. Si serve calda o fredda e può essere insaporita da cipollotti o bieta. (marronedicasteldelrio.it)
ALTRE FACILI RICETTE DAL GUSTO ITALIANO
IL TERRITORIO Castel del Rio è l’ultimo comune nel territorio della Valle del Santerno, in provincia di Bologna. Il territorio è contraddistinto da due tipologie ambientali che vanno dalla media/alta collina alla montagna. Il fiume Santerno che percorre tutto il comune rappresenta un’importante risorsa naturalistica e ambientale. Il fiume si caratterizza per le pareti rocciose dei suoi meandri, le rive ripide, le acque ricche di avifauna e la varietà dei fenomeni geologici. Dal confine con la Toscana, lungo tutto il percorso fluviale, troviamo aree attrezzate per la balneazione e i pic nic (Lido Valsalva e Ponte Alidosi) ma anche per la pesca. L’ambiente, del tutto naturale, è caratterizzato da rigogliosi boschi di castagni e si presta in particolar modo alle attività di trekking, ciclo turismo e mountain bike. All’interno di Palazzo Alidosi è anche presente un’esposizione didattica dedicata al castagno, simbolo della cittadina. Fra i più ricchi dell’Emilia Romagna per numero di reperti posseduti, il Museo della Guerra di Castel del Rio nasce nel 1978 grazie alla volontà di gente comune. Si erge sul fiume Santerno da più di cinquecento anni, un vero capolavoro di ingegneria civile: genio o follia dell’uomo, il Ponte Alidosi presenta una struttura a schiena d’asino con un’unica arcata di 42 metri e una freccia di 19 metri. Commissionato da Obizzo Alidosi nel 1499 a mastro Andrea Gurrieri per cinquecento ducati d’oro, il Ponte simboleggia la potenza e la solidità della famiglia, riconquistate dopo un periodo di stagnazione. Da vedere anche il Palazzo della prima residenza della famiglia Alidosi. Infine “Castrum Rivi” chiamato ora il “Castellaccio”, sorto fra il XIII e il XIV sec di cui rimangono pochi resti. DA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA: VAI ALLA GUIDA
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