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Italia Artigianato toscana cesti di Buti

Buti: il sapiente intreccio del castagno

Sulle pendici orientali del Monte Pisano si trova un angolo di Toscana dove si perpetua la tradizione artigianale della lavorazione di bellissime ceste e corbelli.

Borse di paglia
Courtesy of©Rimantas Abromas/Shutterstock
Delizioso borgo medievale adagiato in una pittoresca posizione sulle pendici orientali del Monte Pisano, quello di Buti, oltre ad essere conosciuto per esser stato teatro di continue e cruente guerre fra i territori di Lucca, Pisa e Firenze, è rinomato oggigiorno tanto per la qualità del suo olio extravergine quanto per la lavorazione del castagno, vera e propria perla dell’artigianato con le sue bellissime ceste e corbelli lavorati a mano.

LA TRADIZIONE Quella della lavorazione dei cesti è una pratica antica, un’arte divenuta parte integrante del patrimonio storico e culturale di Buti, un attività nutrita dall’amore, la passione e il legame con questo mestiere tipico del Monte Pisano che ha visto il suo grande boom tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, con un picco intorno agli anni ’50 grazie al successo registrato dai fratelli Filippi che, con le loro ceste per verdura e corbelli per i pastifici, la vendemmia o ancora per il trasporto delle olive, conquistarono il mercato estero, in primis Stati Uniti, Germania ed Inghilterra.  Un settore attualmente indebolito e, alla scarsa richiesta, è seguita la chiusura di tanti laboratori rivelandosi quella dell’intreccio una prerogativa di pochissimi artigiani, le vecchie leve, un’eredità che difficilmente riesce a passare nelle mani dei giovani ed essere tramandato.

LE CARATTERISTICHE L’arte dei maestri cestai consisteva nella produzione di cesti intrecciando canne e stecche di castagno la cui forma del fondo, nomenclatura e processo lavorativo, si diversificava a seconda dell’uso a cui erano destinati: si ricordi ad esempio il corbello, un cesto rotondo usato per trasportare frutti, patate e simili o la cesta realizzata con degli spazi vuoti nell’intrecciatura in maniera tale da garantire ai prodotti contenuti una buona areazione. In ultimo la gavagna, una cesta di grosse dimensioni con il fondo arrotondato, utilizzata soprattutto per il trasporto di uva e altri alimenti. Al fine di rendere il lavoro più agevole, i tronchi tagliati, chiamati “pedoni”, vengono bagnati con acqua piovana in maniera tale che le fibre possano mantenere quell'elasticità fondamentale per la lavorazione. Successivamente sono messi nei forni a legna per essere  preparati alla schiappatura, un procedimento attraverso il quale i pedoni vengono suddivisi in lamine sottili affinché possano essere intrecciate facilmente: "vinchi" se sono lunghe, "stecche", se sono larghe e "lungagne" quelle più spesse; materiale impiegato nelle differenti fasi dell'intreccio del tronco del cesto.
 
IL TERRITORIO Oltre alle grandi città, è bello assaporare il fascino delle piccole realtà, dimensioni a misura d’uomo custodi di storia, arte e cultura. Teatro nel passato di feroci lotte tra le città toscane è Buti, un borgo che merita attenzione per le sue maestose architetture, palazzi del XVI e XVIII secolo, tra cui spicca la famosa villa costruita dai Medici nel 1550, con le sue ricche sale affrescate ed un rigoglioso giardino tipicamente toscano, ricco di viali verdeggianti popolati da statue e fontane. Interessanti anche il Castel Tonini, una fortificazione che sovrasta il paese e proteggeva l'antico borgo, oltre a chiese romaniche come quella dell’Ascensione, detta anche Santa Maria delle Nevi, quella dedicata a San Francesco e, infine, da non perdere l’ottocentesco Teatro Francesco di Bartolo. Per chi predilige l’aspetto naturalistico del luogo, il castagno, per ammirare quei preziosi alberi che costituiscono la materia prima per la lavorazione dei cesti, nell’area naturale protetta di interesse locale Stazione Relitta di Pino Laricio ci si imbatte in un paradiso dal sapore mediterraneo tra specie come pino laricio o ancora il pino marittimo, quercia, acaci e tante altre bellezze. Vedere ma anche mangiare: tutti gli anni infatti, la terza domenica del mese di ottobre, ha luogo la Sagra della Castagna, un’occasione ghiotta per fare il pieno di delizie quali frittelle, castagnaccio, lasagne con farina di castagne,  arrosto con castagne e, nel mentre, ammirare mobili, cesti di varia foggia realizzati rigorosamente in castagno.

INDIRIZZI Nonostante il mestiere dei cestai sembra essere quasi scomparso, vera e propria icona in città è la figura di Mario Borzacchini, uno degli storici artigiani che lavora ancora con il cuore i tronchi di castagno in quel di Boddo, nei pressi di Buti e, avvalendosi di quell’arte ereditata di generazione in generazione, da vita a grandi capolavori realizzati a mano; operativa anche la cesteria Toscana di Franco Marconcini,  sita un quel di Via Rio Magno 61, specializzata  nella fabbricazione artistica di cesti in castagno, giunco e prodotti affini.

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