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Puglia: 4 cose da sapere sulle ceramiche di Grottaglie

Da oggetti funzionali a capolavori artistici: il grande salto dell’artigianato figulino si racconta tra botteghe e poli museali pronti a spiegare il fascino di un'arte molto cara alla cittadina jonica

Lavorazione della ceramica
Courtesy of©kzenon/iStock
Lavorazione della ceramica
Oltre alla coltivazione delle vigne, Grottaglie, comune a circa 20 km da Taranto, spicca per il suo artigianato che le ha regalato la nomea di "Città delle Ceramiche". Proprio così, grazie alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio, nel corso dei secoli, lungo la gravina San Giorgio è sorto un vero e proprio quartiere dedicato ai ceramisti che qui organizzarono laboratori e forni di cottura, dando vita a una fiorente attività artigianale, a lungo la principale fonte economica dei cittadini, in grado di andare a soddisfare in tutto e per tutto le esigenze dell’uomo, spaziando dal bisogno di munirsi di oggetti funzionali al piacere di avere in casa beni puramente ornamentali.

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LA TRADIZIONE Le origini dell’arte ceramica di Grottaglie sono piuttosto antiche basta ricordare che Taranto fu una colonia molto importante della Magna Grecia là dove la lavorazione di questa materia era molto praticata. Sebbene in un primo momento la produzione artigianale era prevalentemente a uso domestico, tanto da parlare di “ceramica d’uso” dedicata all’igiene personale, alla cura della casa e alla conservazione delle provviste alimentari, a partire dal '600 le cose iniziarono a cambiare. Proprio così, i centri limitrofi, in primis Martina Franca, videro un numero sempre crescente di persone della nobiltà o della ricca borghesia commissionare le prime opere d'arte, motivo per cui si andò incontro a un continuo perfezionamento stilistico. Il vero salto di qualità avvenne nel '700, quando la produzione raggiunse il suo massimo splendore al fine di assecondare le esigenze dei ceti più abbienti ormai innamorati di quel vasellame ricco di fregi dal gusto classico e neoclassico. Il declino del settore avvenne nell’800, quando molte realtà, a causa dell’introduzione di metalli e materie plastiche, furono travolte e stravolte dalla crisi tanto da mettere a repentaglio l’attività artigianale ceramica ma, fortunatamente, questo destino non riguardò Grottaglie che riuscì a sopravvivere se non addirittura ad incentivare la produzione grazie anche all’apertura, nel 1887, della Scuola d’Arte che, tutt’oggi, permette di tramandare ai giovani un mestiere prezioso.

LE CARATTERISTICHE Due le tipologie di ceramica presenti sul mercato: da una parte quella rustica di uso comune, soprattutto rivolta al mondo contadino focalizzata sulla realizzazione di oggetti legati alla quotidianità come la "roba gialla, rossa e verde" mentre, con il termine "arte faenzara", detta anche “roba bianca”, si fa riferimento a quella ceramica sottoposta a maggior cura, rifinita e smaltata con bianco stannifero per dare vita a oggetti il cui uso è prevalentemente decorativo come soprammobili, piastrelle decorate, servizi da portata etc.

IL TERRITORIO A raccontare la storia della tradizione artigianale ci pensa il "Quartiere delle Ceramiche", in dialetto "Camenn'ri", sito lungo la Gravina di San Giorgio, luogo di residenza e lavoro degli artigiani di ceramica dal XVIII secolo. Qui, oltre ad ammirare botteghe ancora oggi ubicate in grotte, studi e gallerie aperte al pubblico, a richiamare l’attenzione è il “Museo della ceramica”, ospitato all’interno del Castello Episcopio in quelle che, un tempo, erano le stalle della residenza degli arcivescovi di Taranto. Le interessanti sale permettono di apprezzare circa 400 manufatti provenienti da collezioni pubbliche e private relativi a un periodo storico che va dal VIII secolo a.C. sino a oggi. Inoltre, a integrare il viaggio alla scoperta di questo prodotto artigianale, interessante la “Mostra della Ceramica” che ha luogo ogni anno nel mese d’agosto.

INDIRIZZI Grottaglie, con le sue innumerevoli botteghe di ceramisti, è l’unico centro ceramico pugliese protetto dal marchio D.O.C. ed inserito nel ristretto elenco delle 28 città della ceramica italiana: girovagando per la deliziosa realtà si ha la sensazione di fare un salto indietro nel tempo. Tanti gli indirizzi da tenere a mente come “Cocci d’autore”, un punto di riferimento che porta la firma della famiglia Patronelli che, generazione dopo generazione, ha dato vita a un prodotto artistico originale. Interessante anche l’antica bottega “Ceramiche Antonio Monteforte” là dove è possibile prendere parte a una visita didattica che permette di assistere alla lavorazione al tornio, alla decorazione ceramica così come il laboratorio “Colore e Calore” di Lucia Patronelli, dove vengono organizzate dimostrazione di decorazione, tecniche di smaltatura e di cottura, esposizione all’esterno di manufatti etc.
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