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Liguria: 4 cose da sapere sui ricami di pietra rissêu

Piccoli sassi levigati dall'acqua di mare o di fiume dalle geometrie dipinte di bianco o di nero: ecco quanto di spettacolare caratterizza quei bellissimi mosaici cari al territorio ligure

Risseu del giardino di Palazzo Reale in Genova
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Risseu del giardino di Palazzo Reale in Genova
Uno nessuno e centomila i possibili usi della pietra: girovagando tra le chiese e i giardini delle ville e dei palazzi della Liguria è impossibile non innamorarsi del rissêu, tipica pavimentazione per esterni realizzata con piccoli sassi arrotondati e levigati alle acque di torrenti, fiumi e mari.
 
LA TRADIZIONE Quando si parla di rissêu si fa riferimento alla forma più antica di mosaico, furono già gli Assiri a farne uso in Mesopotamia o ancora i Greci al fine di rendere le strade resistenti al tempo e non solo, esteticamente parlando sono al pari di un bellissimo dipinto. Sebbene attraversò un periodo di stasi, quest'arte tornò in voga grazie ai mercanti genovesi, un popolo di navigatori che importarono in patria, oltre a preziose mercanzie, anche la nobile arte del mosaico a ciottolo che molto probabilmente avevano ammirato durante le loro peregrinazioni nel Mar Mediterraneo. Lo sviluppo di questi mosaici in Liguria risale al XIV e XV secolo quando venivano utilizzati nella pavimentazione al fine di impedire il dilavamento del terreno e il formarsi di fango in caso di pioggia ma, già a partire dal XVI secolo, l'impiego dei ciottoli venne preso in considerazione soprattutto per le sue potenzialità decorative che iniziarono a diffondersi su tutto il territorio regionale per impreziosire i sagrati di chiese e santuari e, a partire, dal 1700 circa, anche la nobiltà genovese iniziò a servirsene per abbellire ville e giardini privati. Purtroppo con il passare degli anni l’arte dei rissêu si è persa molto così come la figura dell'artigianato addetto ai lavori sta scomparendo, motivo per cui sono stati attivati dei corsi al fine di dotare il territorio di figure capaci di formare tecnici del restauro dei rissêu.
 
LE CARATTERISTICHE A volte basta una buona manualità e tanta creatività per trasformare materiali poveri in qualcosa di sensazionale. Si tratta di un vero e proprio lavoro certosino, basta pensare che, per portare a termine la copertura di un piccolo sagrato, sono necessari circa tre milioni di ciottoli. Tutto inizia dalla realizzazione di un disegno precostituito sulla pavimentazione da decorare avvalendosi della tecnica del traforo su di una malta di calce e porcellana in polvere che fa da sottofondo ai ciottoli selezionati per colore e dimensione, posati e livellati battendoli con mazzette da pavimentista. Le pietre, naturalmente presenti sulle spiagge e sui greti dei torrenti o ancora nelle cave, possono essere di colore nero (serpentinite), bianco (quarzo o calcite), rosse (diaspro) ed è proprio la differenza cromatica che lascia il segno in quanto, accostando pietre dai colori diversi, prendono vita decorazioni spettacolari che vanno a formare disegni ricchi, composizioni artistiche dai motivi geometrici, decorazioni floreali, immagini umane, con animali o scene eroiche di guerra o di caccia.
 
IL TERRITORIO Per chi si fosse appassionato di questo materiale, è possibile passare dalla teoria alla pratica: il Laboratorio Musivarius, sito in via Loria a Genova, oltre alla posa in opera di rivestimenti e pavimenti in mosaico organizza anche corsi che permettono agli allievi interessati di apprendere la tecnica del mosaico a ciottoli o ancora la tecnica romana del mosaico di marmo con metodo di taglio tradizionale delle tessere a mano con ausilio di martellina e tagliolo.
 
INDIRIZZI Uno dei più grandi artisti specializzato nella realizzazione di pavimentazioni musive in ciottoli è Mauro Cella, originario di Genova ma residente a Borzonasca, operativo nell’edilizia dagli anni ’50 ma fu solo a partire dagli anni '70 che si appassionò all’arte del rissêu alla genovese, una lavorazione che ha portato avanti con grande dedizione e impegno tanto che, sotto la direzione della Soprintendenza delle Belle Arti, ha seguito il restauro del sagrato di Missano di Castiglione Chiavarese. Altri nomi di spicco sono quelli di Luca Riggio e Luciano Bonzini, due genovesi, disegnatore il primo e piastrellista il secondo, che condividono una grande missione, tenere in vita una vera e propria forma d’arte che si sta perdendo, una tecnica decorativa preziosa messa in crisi dalla difficoltà nel reperire la materia prima.

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