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Artigianato italiano campania tarsia lignea Sorrento

La Tarsia della terra delle sirene

Non solo prestigiosa meta turistica dover riempire gli occhi e lo stomaco di meraviglie, Sorrento sorprende con le sue tradizioni che rimandano ad un'antica forma d'arte ottocentesca quale la Tarsia.

Lavorazione tarsia sorrentina
Courtesy of©Alessandro Fiorentino
Miti e leggende avvolgono di un affascinante mistero Sorrento, uno dei gioielli della Costiera Amalfitana, un angolo di paradiso dove fare il pieno di romanticismo con i suoi scorci suggestivi ed i vicoletti che si specchiano sul Golfo di Napoli. Nonostante sia passata alla storia per il suo profumo di limoni e per essere la “Terra delle Sirene”, Sorrento si pregia di un altro riconoscimento, quello della produzione artigianale legata alla Tarsia, sublime espressione artistica che porta gli intarsiatori a realizzare immagini attraverso sfoglie di legnami di diverso colore, alternate a sottili lamine di avorio e madreperla o metalli e pietre dure.

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LA TRADIZIONE
A partire dal 1300 l’arte della tarsia lignea inizia a prendere piene in Italia e, per secoli, fu uno degli elementi portanti all’interno delle case nobiliari dei re e dell’aristocrazia del Regno delle Due Sicilie, come Francesco I di Borbone che decise di affidarsi alla bravura degli ebanisti per il restauro degli arredi di Palazzo Reale, affascinato da quella classe ricca di tradizioni, manualità e prestigio che la vide ritagliarsi un ruolo da protagonista agli inizi del XIX secolo, quando raggiunse il suo massimo successo divenendo il fulcro nell’economia locale. Le richieste non provenivano soltanto dalle principali corti europee desiderose di arredare la propria casa con classe ma soprattutto dal  mercato turistico in quanto i vacanzieri volevano portare a casa un pezzo di quella terra, acquistando souvenir che riproducevano le bellezze locali.

LE CARATTERISTICHE La Campania è rinomata per essere una tra le regioni italiane con la più marcata vocazione artigiana là dove i segreti del mestiere si tramandano da secoli di generazione in generazione. A Sorrento di padre in figlio si diffonde la passione necessaria per affermarsi nell’arte dell’intarsio, una lavorazione la cui origine ha radici profonde e proviene dalla civiltà egizia e ha raggiunto il napoletano grazie ai monaci benedettini del cenobio di S. Agrippino che lavoravano in primis legni di produzione locale quale il limone, l’arancio, il noce o ancora l’ulivo, realizzavano veri e propri capolavori mentre, a partire dal 1850, si iniziarono ad utilizzare legni tinti.  Per quel che concerne le tematiche i motivi erano legati alle icone campane quali gli scavi di Pompei ed Ercolano, agli episodi di vita popolare o ancora al costume napoletano come la tarantella.

IL TERRITORIO A raccogliere il successo e il fascino della Tarsia Sorrentina è il Museobottega della Tarsialignea, un'iniziativa privata nata dalla passione dell'architetto Alessandro Fiorentino che,  acquistando il prestigioso Palazzo settecentesco appartenuto al barone Achille Pomarici Santomasi, sito trova in via San Nicola n° 28, nel cuore di Sorrento, ha come obiettivo quello di dare nuova vita e prestigio alla tarsia. Questo spazio espositivo, per il suo prezioso contenuto fatto di opere d'arte realizzate rigorosamente a mano da intarsiatori sorrentini, racconta ai visitatori la sua storia in tre sezioni: Sorrento nell'Ottocento, La Tarsia in Italia dal Quattrocento all'Ottocento, La Tarsia sorrentina nell'Ottocento, un fascino indiscusso che l'ha reso uno dei dieci musei più interessanti della Campania. La visita è resa ancora più interessante dall’esposizione e dalla vendita di oggetti moderni di design intarsiati da artigiani contemporanei. Tra le sue mura trova spazio anche la formazione in quanto, presso la Scuola d'Arte applicata all'Intarsio, tramite un piccolo laboratorio, vengono organizzate lezioni pratiche e teoriche per apprendere in principi dell'arte del traforo in legno e riqualificare artisticamente la tarsia moderna.

INDIRIZZI Come ogni antico mestiere, l’avvento dell’epoca moderna ha purtroppo portato quasi nel dimenticatoio preziose tradizioni, un destino che ha coinvolto anche le botteghe della tarsi che, anno dopo anno, vanno scomparendo, passando dai 700 artigianti operativi nell'Ottocento ad una ventina in tempi moderni. Per chi volesse saperne di più, grazie al progetto “Botteghiamo Sorrento – Intarsio”, è possibile prendere parte ad un percorso interessante attraverso la visita delle botteghe artigiane all’interno dell’antico Bastione di Parsano, uno spazio espositivo permanente nato per il rilancio, la tutela e la promozione dell’artigianato locale là dove fare un salto indietro nel tempo e conoscere i passaggi, i segreti e le tecniche di un mestiere antico in compagnia degli artigiani che, nel pieno dell’attività, spiegano e illustrano le varie fasi di lavorazione dell’intarsio. Tra i nomi più importanti nel panorama sorrentino quello dell’azienda Giglio Asla, sito in Corso Italia 381, un’azienda che, dai primi del’900, ha portato avanti di padre in figlio segreti di quella che è l'arte della tarsia realizzando per lo più scatole per gioielli e per fumatori con un elevato standard qualitativo.

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