Usciti
dall'autostrada, arrivati alle porte di Taranto, dopo Massafra, si prende
quella che localmente è chiamata Superstrada, in direzione Grottaglie e,
nel giro di trenta quaranta minuti, si arriva a destinazione. Questo centro
riveste un' importanza primaria nella produzione della ceramica, fin dal
lontano Medioevo, insieme ad altri centri quali Laterzia e Martina Franca, che
però non hanno proseguito la tradizione fino ad oggi, lasciando a Grottaglie
l'egemonia in questo tipo di artigianato. Passeggiando per le vie che salgono
verso il Castello, si ammirano le antiche botteghe artigiane e sono in
una quantità tale che di primo acchito non saprete a chi dare la precedenza,
tanta è l'offerta. Quando ci si abitua è possibile rendersi conta conto di quanto è delizioso
perdersi tra queste botteghe, che alle volte sono situate in vecchie cantine,
oppure in antichi frantoi.
In alcuni casi i ceramisti sono all'opera in un laboratorio attiguo alla
bottega: è così possibile ammirare la loro maestria, la loro facilità nel
plasmare la materia di creta, per creare i caratteristici piatti color ocra,
con la classica decorazione del galletto, colorato di blu e verde, oppure i
maestosi "capasoni" tutt'ora usati per custodire il vino o l'olio,
che ancora è considerato, come nei tempi antichi, una ricchezza. Ma l'artigianato di Grottaglie non offre
esclusivamente prodotti dal retaggio rurale, alcuni artigiani si sono
specializzati in un tipo di lavorazione che s'ispira al "design"
moderno, rendendo l'utensile un manufatto adatto anche per decorare e arredare.
Finito il giro nel centro storico e nel quartiere delle ceramiche, ci si può
dirigere verso la campagna, in direzione di S. Marzano di S. Giuseppe.
Percorrendo la strada provinciale, a 3 chilometri dal paese sorge l'antico Santuario
della Madonna delle Grazie.
Si tratta di una struttura dall'aspetto rurale e modesto, a cui la popolazione
locale è molto legata. Il cuore del Santuario è costituito dalla chiesa ipogea,
in cui sono conservati degli affreschi che rimandano ad una rara testimonianza
di arte bizantina in Puglia. Vi è una simpatica leggenda, che narra la scoperta
di questa chiesetta sotterranea: si racconta che, in tempi antichi, la
vegetazione aveva preso il sopravvento, mandando perduta la memoria di tale
struttura; sino a che un cacciatore, rincorrendo un cervo, spinse quest'ultimo
a nascondersi tra i cespugli e, di seguito, all'interno del Santuario, ma con
un impeto tale da sbattere le corna sul volto della Madonna affrescato dietro
l' altare, lasciando un segno tutt'oggi visibile.
Tutt'intorno al Santuario domina sovrana la campagna dove regalarsi
un'indimenticabile passeggiata tra gli ulivi, alla scoperta del tipico
paesaggio rupestre. Questo territorio è percorso dalle caratteristiche gravine
e lame. Si tratta di disconnessioni nel terreno, che creano paesaggi dalle
atmosfere primitive. Scendendo nelle gravine si ha la sensazione di fare un
salto indietro nel tempo. In quelle stesse zone sono stati rinvenuti reperti preistorici e si possono
notare alcune grotte adattate a tombe, risalenti all'età del bronzo, che in
seguito vennero usate come abitazioni sotterranee.