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Veneto tradizioni maschere legno Rollate carnevale 2016 Sappada

Veneto: a Sappada il Carnevale dell’uomo-orso

Dal 24 gennaio al 9 febbraio 2016 va in scena la festa popolare più sentita dell'anno tutta da vivere in compagnia del Rollate, la maschera simbolo del Paese

Maschera del Rollate - Sappada
Courtesy of© By Sebi1 [CC0], via Wikimedia Commons
Maschera del Rollate - Sappada
L’euforia del carnevale è quasi giunta al termine ma, ancora per una settimana, è possibile sbizzarrirsi in feste e travestimenti che stimolano la fantasia di grandi e piccini: al confine tra Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Austria si trova Sappada, un'isola linguistica germanica nelle Sorgenti del Piave, nell’Alta Valle del Piave là dove, come in molte altre culture rurali, sono tante le festività sacre e profane che scandiscono i momenti dell’anno. Uno dei momenti più sentiti e attesi con trepidante attesa è sicuramente il Carnevale, inteso come un momento di evasione che permette ai cittadini di dimenticare, provvisoriamente, le fatiche quotidiane per scatenarsi, nelle tre settimane precedenti il Mercoledì delle Ceneri, in un’atmosfera di euforia e divertimento in cui ritualità e folclore si vanno ad intrecciare. 

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Noto come "Vosenòcht", il Carnevale di Sappada invita i presenti a indossare le maschere in legno dette "lotter", capolavori di artigiani locali, al fine di non farsi riconoscere dai compaesani: il divertimento maggiore sta proprio nell’andare a far visita ad amici senza essere riconosciuti, prendendosi così beffa degli stessi il più a lungo possibile. Un tempo il Carnevale era il momento atteso per "fare i conti", ovvero approfittare della situazione per vendicarsi con le persone con cui si aveva un qualcosa in sospeso che per l'occasione, divenivano bersaglio di scherzi, a volte anche pesanti. La voglia di prendersi gioco di parenti, conoscenti etc. vale anche in epoca recente, i toni si sono solo smorzati ma, onde evitare di farsi trovare impreparati, è bene ricordare che a Carnevale ogni scherzo vale.
 
Tre le domeniche di festa e ognuna è dedicata ai diversi ceti della società: c’è la Domenica dei poveri (Pèttlar sunntach), in cui gli abitanti delle valli sono soliti indossare abiti dimessi, sporchi, sgualciti e maschere dalle espressioni miserevoli per aggirarsi tra le vie del paese offrendo il proprio aiuto in cambio di qualcosa da mangiare; c’è poi la Domenica dei contadini (Paurn sunntach) che rievoca gli antichi lavori agricoli improvvisando scene come la semina, la fienagione, il raccolto, la mungitura e, mentre si assiste allo spettacolo, i turisti possono rifocillarsi degustando ottime grappe alle erbe "hosenierlan" e i "mognkropfn", tipici dolcetti sappadini. Infine c’è la Domenica dei signori (Hearn Sunntach), espressione della classe benestante e occasione di sfoggio dei costumi più raffinati ed eleganti.

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Tra i momenti più suggestivi da non dimenticare c'è il Giovedì Grasso (Vaastign Pfinzntòk), dedicato ai carri allegorici che, partendo da Cima Sappada nel primo pomeriggio, raggiungono l’ultima borgata del paese al tramonto. Il Lunedì Grasso (Vrèss Montach) invece è la giornata dedicata alla tipica maschera sappadina, il "rollat", una figura maschile dall’aspetto austero, alto e robusto, che rappresenta una specie di orso indossando una folta pelliccia con cappuccio, una maschera in legno dai lineamenti duri, pantaloni a righe bianche e marroni, scarponi chiodati, due grossi campanacci legati in vita e l’immancabile scopa che, a seconda dei casi, viene usata in modo scherzoso o minaccioso. 
 
A chiudere in bellezza è il Martedì Grasso (Schpaib Ertach) in cui vai scena il No Club, ovvero la gara in maschera sugli sci per bambini e adulti: a vincere ed essere premiato non sarà il più veloce bensì il più divertente che sfoggerà la migliore maschera. Interessante anche la gara denominata “Pierklòs” in cui i concorrenti sono invitati a completare il percorso portando in mano un boccale di birra colmo, senza ovviamente rovesciarne il contenuto e, calcolando la quantità della birra rimasta, la giuria decreterà il vincitore. Chi volesse familiarizzare con il territorio può unire l’utile al dilettevole programmando una visita al Museo etnografico “Giuseppe Fontana” sito in borgata Cima là dove, su richiesta, è possibile accedere a questo polo culturale per conoscere la storia dei sappadini passando attraverso preziosi reperti, attrezzi, macchinari, documenti, oggettistica varia e anche alcune maschere care al tradizionale carnevale della zona.
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