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Marche: 4 cose da sapere sui ramai di Force

Il piccolo centro piceno è rinomato per l'operato dei famosi calderai che, da oltre mezzo millennio, hanno forgiato oggetti in rame ad uso domestico ed ornamentale

Lavorazione rame
Courtesy of©deepblue4you/iStock
Lavorazione rame
Il suo passato ha fatto la storia dell'artigianato: parliamo di Force, piccolo centro collinare della provincia di Ascoli Piceno rinomato per essere il paese dei “callarà”, cioè dei calderai che, da oltre mezzo millennio, lavorano con grande amore e orgoglio utensili in rame forgiato a mano prevalentemente per uso domestico. 
 
LA TRADIZIONE L'arte del rame è molto antica, le sue origini sono però incerte ma, stando a quanto rivelano antichi documenti, la lavorazione di questo metallo era cosa nota già dai primi del Seicento e, probabilmente, fu introdotta dai monaci Farfensi o da tribù zingare esperte nel settore che, insediatesi nel territorio forcese, insegnarono ai locali le tecniche per forgiare, sbalzare e modellare il rame. Un’altra ipotesi invece attribuisce i meriti a Felice Rosati, un artigiano di origine spolentina vissuto a Force a cavallo tra ’600 e ’700 che, proprio nella sua bottega, formò la maggior parte dei giovani forcesi e, con il suo operato, diede un grande impulso all’attività dei ramai che, nel XIX secolo, era in forte espansione. Dopo un periodo di grande attività purtroppo, con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, il progresso tecnologico e soprattutto lo scarso interesse dimostrato dai giovani, l’attività forcese si è trovata a fare i conti con la dura realtà: sono infatti pochissimi coloro che oggigiorno lavorano il rame creando, con grande amore e sacrificio, pezzi artistici.
 
LE CARATTERISTICHE Quella del ramaio è un’attività impegnativa che richiede anni e anni di preparazione al fine di imparare il mestiere e, soprattutto, acquisire abilità nel maneggiare gli attrezzi e modellare gli oggetti al fine di creare manufatti artisticamente pregevoli. Tra i pezzi più noti spiccano utensili per uso domestico come la “conca”, un recipiente a forma di anfora adibita al trasporto dell’acqua o ancora particolari alambicchi detti "tamburlà", ma non mancano poi i caldai, le stagnate per le polente, le casseruole, le caffetterie, le teiere, le padelle oltre a recipienti di varia natura.
 
IL TERRITORIO Oggi come ieri il fascino di Force si scopre prendendo parte all’iniziativa “Antichi sapori... per le vie del borgo” che, nel mese di agosto e per ben tre giorni, trasforma il centro storico in un bellissimo borgo medievale al fine di far rivivere ai presenti, cittadini e turisti, le tradizioni dell’epoca tra cui l’arte dei ramai che lavorano ed espongono i loro oggetti nel centro storico.
 
INDIRIZZI Per una full immersion nelle tradizioni, vale la pena programmare una sosta al Museo del Rame che, dal 2005, ha aperto le porte al pubblico al fine di raccontare il fascino del rame. Non una bensì due le strutture museali da vedere: da una parte c’è l'ex-chiesa di San Biagio al cui interno è possibile consultare materiale documentario, didattico e divulgativo oltre ad amminare manufatti tipici della lavorazione artigianale mentre, dall'altra, c'è il Palazzo Canestrari là dove trovare un laboratorio didattico che invita i visitatori a misurarsi con la lavorazione di questo metallo pronti ad ammirare la qualità esecutiva e la raffinatezza delle tecniche utilizzate dagli artisti.
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