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italia artigianato Abruzzo ceramica di Castelli

Castelli, maioliche e natura selvaggia

Alle falde del Gran Sasso ci sono borghi che meritano di essere scoperti anche attraverso l'artigianato tipico.

Alzata con Ercole nell'orto delle esperidi
Courtesy of©sailko/Wikimedia Commons
Terra “forte e gentile” come la definì D’Annunzio, l’Abruzzo è una realtà in grado di offrire infiniti stimoli che spaziano dall’arte, alla natura, dalla cultura alla buona tavola passando anche per l’artigianato. Castelli, sito in provincia di Teramo, alle falde del Gran Sasso, è uno dei borghi più belli d'Italia il cui nome è reso illustre dalla nascita e lo sviluppo dell'arte della maiolica abruzzese, un vanto che portò la realtà medioevale a riscuotere una grande, grandissima fama a partire dalla metà del '500.

LE FOTO: CASTELLI, L'ABRUZZO DELLA CERAMICA

LA TRADIZIONE Malgrado le prime tracce della lavorazione della ceramica in quel di Castelli siano state reperite in epoca etrusca, è impossibile avere una data certa per poter affermare con esattezza a quando risale l'inizio dell'attività. Il suo sviluppo fu sicuramente agevolato dall’operato di una comunità di monaci benedettini che, circa dieci secoli fa, riuscirono ad avviare la produzione della ceramica avendo intuito quelle che erano le potenzialità del territorio, le cave di argilla, i corsi d’acqua e i boschi di faggio, tre materie prima di fondamentale importanza per garantire il funzionamento delle fornaci. In un primo momento, stoviglie ed utensili erano destinate ad un uso domestico, oggetti semplici realizzati per agevolare lo svolgersi delle quotidiane attività; con il passare dei secoli però le maestranze laiche portarono l’arte della ceramica a livelli importanti, esaltarono la bellezza dei colori e dei dipinti trasformando quella che era una forma di artigianato locale in un’attività raffinata tanto da farne il fulcro dell’economia di Castelli, un’arte apprezzata persino nelle corti dei re tanto che era ricercatissima per impreziosire le nobili tavole. Tra i grandi maestri si ricordano i Pompei, Lollo, Grue, Gentili, Cappelletti, Fuina, Castelli e, al giorno oggi, quelli che furono i capolavori delle più grandi famiglie di maestri della maiolica si possono ammirare in location in cui l’arte è sovrana come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Louvre di Parigi, il British e il Victoria and Albert Museum di Londra e, infine, l’Hermitage di San Pietroburgo.

LE CARATTERISTICHE L’arte della lavorazione della ceramica è nel Dna di ogni castellano che, di padre in figlio, per intere generazioni, tramanda una grande segreto, ripetendo gli stessi gesti e le stesse tecniche di una volta. La peculiarità di questi capolavori è nella pentacromia, ovvero l’utilizzo di cinque colori: il giallo, verde, azzurro, arancio e bruno manganese. A partire dal seicento, oltre ad avere un occhio attento alle tonalità utilizzate, sempre più importanza ricoprivano le decorazioni che, oltre ai tradizionali fiori, presentavano scene mitologiche e di caccia, paesaggi e animali. Inoltre, una delle più grandi chiavi del successo delle ceramiche di Castelli risiede nel suo forno di cottura, chiamato “a respiro”, in quanto dalla camera di combustione le fiamme producono una sorta di sibilo. Questo innovativo tipo di forno, alimentato secondo una sapiente tecnica con la legna dei boschi circostanti, oggigiorno non è più molto utilizzato in quanto è stato soppiantato dai forni elettrici ed a metano.

IL TERRITORIO  La passione e l’interesse per la ceramica conducono i cultori del genere a conoscere la produzione di alto valore facendo visita al Museo delle Ceramiche, un prezioso contenitore di meraviglie allestito presso il Palazzo Municipale dell’Artigianato, in Via Salita Paradiso. Il percorso permette di ripercorrere la storia della maiolica castellana mettendo in mostra innumerevoli opere relative ad un periodo storico compreso tra l'alto medioevo ed i giorni nostri.  Chi capita in città in estate, durante il mese di agosto ha luogo la Mostra d’arte ceramica, un evento festoso che trasforma la bellezza abruzzese in un museo a cielo aperto, occasione preziosa in cui spalancare gli occhi e osservare all’opera i mastri artigiani. Non si può lasciare il borgo senza aver ammirato la Chiesa di San Donato, sita circa a un km dal centro del borgo, famosa per la maioliche che ricoprono il suo soffitto, 800 mattoni decorati con motivi geometrici, ritratti, figure di animali e festoni floreali, reperti in parte esposti presso il Museo della Ceramica di Castelli.

INDIRIZZI Fortunatamente oggigiorno questa preziosa eredità non è finita nel dimenticatoio ma è viva tanto che, il Consorzio del Centro Ceramico Castellano, raccoglie e certifica tutti i ceramisti ancora operativi al fine di assicurare l’originalità e l’eccellenza di ogni singolo manufatto. L’offerta è sorprendentemente ricca, sono circa una cinquantina le botteghe che portano avanti il nome di Castello ma, tra i più illustri, spiccano Vincenzo Di Simone e suo figlio Antonio, la cui bottega di via del Giardino, la più antica, è riconosciuta dal Ministero dei Beni culturali e ambientali come "interesse culturale particolarmente importante e soggetta a vincolo".

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