Uno dei momenti più suggestivi per fare visita alla ridente città di Napoli è di sicuro durante il periodo natalizio quando, in una zona della città in particolare, quella di San Gregorio Armeno, è d'obbligo lasciarsi incuriosire dalla tradizione della lavoraziona del presepe, interpretato in chiave classica o in quella moderna e ironica. C’è da dire però che non si tratta di una via in cui si lavora e si vende solo sotto le feste, tutto l’anno infatti è possibile fare visita agli artigiani e osservarli intenti nella realizzazioni delle loro creazioni artistiche.
LE FOTO: IL PRESEPE, CUORE DI NAPOLI IN FESTA
LA TRADIZIONE "Te piace o' presepe?", uno dei quesiti passati alla storia che fa volare con la mente ad uno dei più grandi capolavori di Eduardo De Filippo, la commedia "Natale Casa Cupiello" in cui le festività e il presepe giocano un ruolo da protagoniste. Una tradizione questa che non sembra essere morta, anzi, continua a vivere incessantemente in ogni famiglia e, sebbene le origini del presepe siano antichissime, quelle della realtà napoletana videro il periodo di massimo splendore a partire dal Settecento, quando si spoglia di quell’accezione di devozione religiosa che l’aveva contraddistinta nei secoli precedenti per assumere una valenza laica, andando oltre l’ambientazione delle chiese per entrare nell’arredo delle dimore private dell'aristocrazia. Tra i fedelissimi spicca il nome di re Carlo III di Borbone che era solito coinvolgere la moglie Amalia e tutte le donne di corte nella realizzazione e nella vestizione degli innumerevoli personaggi che componevano il presepe del palazzo reale le cui dimensioni erano gigantesche e vedeva sul cosiddetto scoglio, una struttura di base in sughero, l’organizzazione delle diverse scene canoniche, quali la natività, l’adorazione degli angeli, il corteo dei Magi e il mercato. Una passione che non ebbe limiti tanto che, quando si trasferì in Spagna nel 1759, porto con sé artigiani e artisti per diffondere la cultura dell’arte presepiale in tutta Europa. Piano piano alle figure della Sacra Famiglia si affiancarono spaccati di vita quotidiana in grado di rispecchiare la cultura dell'epoca e si ammiravano, accanto al bambinello, personaggi come osti, macellai e pescivendoli, mendicanti, nani, pastori, lavandaie, venditori ambulanti, animali etc. in grado di dare un valore più veritiero a quello che veniva detto "o' Presebbio".
LE CARATTERISTICHE Gli artigiani presepiali si sono tramandati il mestiere di padre in figlio, portando avanti una tradizione ricca di significato il cui segreto era nella semplicità, là dove l’ingrediente fondamentale era ed è tutt'ora la creatività e la minuziosa attenzione ai particolari ed i dettagli. I personaggi si realizzano servendosi di manichini di legno snodabili, con uno scheletro di fil di ferro ricoperto da un’imbottitura di stoppa in grado di garantire flessibilità e varietà delle pose, teste modellate in argilla e dipinte a mano, arti in legno, i costumi realizzati con tessuti di pregio, seta e lino, cuciti a mano e rivestiti di gioielli in filigrana o coralli. La minuziosa attenzione al dettaglio implicava cospicui costi di realizzazione in quanto venivano ingaggiati gli artisti più rinomati dell’epoca ma un bel presepe era un vero vanto e ogni famiglia voleva primeggiare, senza badare a spese, ed eccellere in spettacolarità e raffinatezza. La tradizione viene portata avanti da famose famiglie di artigiani, pittori, architetti, ceramisti, sarti e scultori come Giuseppe Sanmartino, il quale prestò il proprio sapere per avviare una scuola di artisti del presepio.
IL TERRITORIO L'arte presepiale napoletana rappresenta oggi uno dei saperi più affascinanti da riscoprire durante il periodo natalizio. Presso il Museo della Certosa di San Martino, sito in Largo S. Martino 5, è custodito un vero e proprio tesoro dal punto di vista artistico, storico e architettonico che, dal 1866, offre preziose testimonianze riservando un’intera sezione all’arte presepiale: uno dei suoi più grandi vanti è il presepe di Cuciniello, che riporta il nome del donatore che, nel 1879, regalò al museo la sua collezione privata così come il collezionista Edoardo Ricciardi. Altro punto di riferimento importante per gli appassionati del genere è la Reggia di Caserta là dove, nella sala ellittica dell’Appartamento Vecchio, è possibile visitare il Presepe borbonico, restaurato di recente, uno dei più illustri esempi di presepe napoletano in terracotta con pezzi risalenti al XVIII secolo.
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INDIRIZZI Cuore caldo della Napoli dei presepi è la sua suggestiva e pittoresca San Gregorio Armeno là dove, bottega dopo bottega, è possibile ammirare l’arte di illustri famiglie che, da sempre, mettono al servizio del pubblico creatività e abilità manuale. Qui in vendita si trova di tutto e di più, si va dalle classiche figure presepiali realizzate seguendo i canoni della tradizione napoletana, pastori in terracotta dipinti a mano, casette in sughero e cartone fino ai volti più attuali appartenenti ad ambiti disparati che vanno dal piccolo schermo allo sport, dalla società alla politica come Totò, Steve Jobs, Maradona etc. Nulla è banale o lasciato al caso, ogni pezzo è unico, irripetibile ed originale, in quanto viene realizzato a mano e porta in casa un tocco di colore, di allegria e di tradizione impossibile da trovare altrove. Tra i nomi che hanno fatto la storia, la ditta Gambardella Presepi che, dal 1800, si occupa di dare vita a presepi in sughero e pastori in terracotta realizzati rispettando l'antica tradizione dell'artigianato napoletano del '700. Tra le botteghe artigianali più antiche c’è sicuramente quella di Ferrigno dove, di padre in figlio, si lavora ai presepi servendosi solo di materie di prima qualità come terracotta, legno e le sete di S.Leucio. Da ricordare è ancora la bottega artigianale Cesarini, dove il maestro Giuseppe Cesarini con la sua esperienza, abilità e creatività realizza a mano, veri capolavori, personaggi dipinti con colori ad olio i cui tratti ed i particolari gli danno una vera anima tanto da sembrare umani.
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