I colori e i profumi dell'estate non sono solo quelli che provengono dal mare: in tanti preferiscono le più fresche atmosfere montanare, e, se proprio non ci si può permettere una vera e propria vacanza di più giorni in alta montagna, anche una semplice escursione può rivelarsi un bel toccasana per anima e corpo. Al confine tra Teramo, L'Aquila e Pescara, si trova il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, una delle aree protette più estese e preziose d'Europa. Qui si possono ammirare non solo i prodigiosi tesori della natura, ma anche un rilevante patrimonio culturale.
Oltre ai sentieri d'alta quota che conducono verso il Corno Grande, il Monte Gorzano e le cime più alte, è possibile intraprendere escursioni di vario livello e difficoltà. Tra gli itinerari di trekking che partono da Prati di Tivo, in provincia di Teramo, ce n'è uno che riporta indietro nel tempo entrando per sempre nella memoria di ogni escursionista. Ben segnalato dal Cai, inizia dall'Hotel Prati di Tivo sulla strada che, attraverso un bosco, arriva sulla cresta che separa la valle del rio Arno dai Prati di Tivo.
Una volta costeggiate le pareti del Corno Piccolo si arriva alle cascate e di seguito alle grotte di Segaturo che, nel 1963, furono dipinte da Guido Montauti con un'opera rupestre raffigurante imponenti sagome nere, bianche, azzurre e rosse. Continuando la marcia ci si spinge tra pendici di boschi cedui e faggete, fino ad entrare nella Val Maone, una grande frattura trasversale nata con il Gran Sasso sei milioni di anni fa. Questa è la valle dei terremoti, un percorso storico oltre che un santuario geologico: era infatti una via molto utilizzata per gli scambi commerciali, specie quelli della lana grezza. Basta fermarsi un momento per ascoltare i suoni della maestosa natura circostante e, perché no, magari imbattersi in un camoscio che sbuca all'improvviso, illuminato dal sole.
La marcia riprende verso Campo Pericoli, una suggestiva conca derivante da un ghiacciaio, formata da un anfiteatro di rocce e circondata da bellissime montagne. Un'altra sosta ed ecco apparire nel cielo terso un'aquila reale, uno dei 14 esemplari che popolano la zona. Oltre il fondo della conca si giunge ai resti di antichi ricoveri di pastori, con capanne risalenti addirittura al periodo preistorico. Ed ecco i rifugi: il Garibaldi, il Duca degli Abruzzi e il Franchetti, questi ultimi due facenti parte della sezione del Cai di Roma.
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