Cioccolato può significare piacere del palato, immersione nella dolcezza
o momento di contatto con tutti i sensi. Raccontata così, l’esperienza
di gustare una pralina di cacao sembra svolgersi nell’edonismo assoluto.
Eppure i grandi prodotti cioccolatieri,
le icone della tradizione, sono nati spesso nella scarsità.
Gianduiotto, Bacio, Nutella e perfino i Kinder, sono figli di quel
particolare secolo, il diciannovesimo, che ha visto l’Italia terra di
passaggio se non addirittura periferia del mondo.
Il Gianduiotto, parallelepipedo di sapore originario che fonde in sé il cioccolato fondente extrafine,
il cioccolato al latte e la pasta di nocciola tostata della Tonda
Gentile delle Langhe, nasce nel 1806 a Torino, durante il blocco
napoleonico. In quel momento in Italia non arriva sufficiente cacao e i
cioccolatieri piemontesi pensano di rimpiazzare la mancanza di materia
prima con un ingrediente locale: la nocciola. E’ il battesimo del primo
gianduiotto, omaggio alla creatività e alla maschera carnevalesca di
Gianduja.
Senza l’invenzione del cioccolatino piemontese non avrebbe visto la luce nemmeno la “crema” bruna per eccellenza: Nutella.
Siamo nel 1945, il paese è impoverito e i soldi scarseggiano. Pietro
Ferrero, capostipite della celebre azienda, vuole creare un prodotto
economico in linea con il portafoglio degli italiani. Per questo,
amalgama il gianduiotto con il burro di cocco realizzando un dolce
spalmabile e denso il cui primo nome, Giandujot, sottolinea il debito
con la tradizione torinese. E’ poi il figlio di Pietro, Michele, alcuni
anni più a tardi, a rendere la formula della crema decisamente più
morbida. Nasce Nutella, neologismo derivante dall’unione del termine
inglese “danut”, nocciola, con il suffisso “ella” a richiamare il gusto
del vezzo e della frivolezza. E’ sempre Michele Ferrero a creare negli
anni ’60 la linea Kinder Cioccolato. I Kinder diventano ben
presto una costante dell’alimentazione infantile. Per questo l’azienda
elabora una formula con più latte, meno cioccolato, e la misura in
barrette. E’ un cambio di strategia che cerca di far penetrare il dolce
nelle abitudini quotidiane delle famiglie. E’ subito successo. Dopo la
vittoria del Kinder, la stessa linea si arricchisce di Kinder Brioss,
Kinder Bueno, Kinder Sorpresa e, di generazione in generazione, gli
snack riempiono gli zainetti dei piccoli e le pause lavorative dei
grandi.
Più recente l’invenzione del bacio Perugina.
Questa volta la storia vede protagonista l’intuito femminile. Nel 1922,
Luisa Spagnoli, moglie di Annibale Spagnoli, uno dei tre fondatori
dell’azienda Perugina, nota lo spreco di briciole di nocciole durante la
lavorazione quotidiana dei prodotti dolciari, decidendo di dare vita a
nuovo cioccolatino: il bacio Perugina.
E oggi cosa accade nel settore? La parola d’ordine è nouvelle cuisine. Esperimenti che non nascono dal nulla ma affondano le radici nel sapere di secoli. Il lavoro di Guido Gobino è la sintesi di tale inarrestabile processo. Il mago del cioccolato
torinese, l’artigiano del sapore, continua ancora oggi a stupire con
cioccolatini sempre più mini che si reggono su sofisticati equilibri di
gusto. Il Cremino al Sale Marino Integrale e Olio Extravergine di Oliva
Taggiasca, premiato nel 2008 come “Miglior Pralina del Mondo” dalla
prestigiosa Academy of Chocolate di Londra, le Gelatine con polpa di
frutta e fondente, fino alle cialdine di fondente extrabitter al pepe
rosa, al coriandolo o al rosmarino, sono alcuni capisaldi degli
esperimenti del maître chocolatier e la metafora di un settore
pluricentenario che non cessa di inventare nuove suggestioni culinarie
per ripensare il moderno cioccolatino.
LE FOTO: CIOCCOLATINI DALLE FORME PIU' STRANE