Storia dell’ombrello pieghevole
Comodo, leggero, funzionale, da chiuso occupa poco spazio mentre una volta aperto protegge come qualsiasi suo ‘collega’ più ampio. Un oggetto assai utile in questo periodo dell’anno, che spesso diamo per scontato fino al momento in cui ne abbiamo bisogno. Fra l’altro la sua esistenza è molto più ricca di quanto si possa immaginare, e tocca la storia del costume, della cultura, dell’artigianato di vari angoli del globo. Per iniziare a raccontarla occorre fare un passo indietro di molti secoli: pur non essendoci nozioni certe di chi e quando inventò l’ombrello, si presume che già nell’Egitto dei faraoni questo oggetto fosse in uso, esclusivamente tra i nobili. Anche nell’antica Cina, India, Giappone si usavano dei parapioggia già diversi secoli or sono, così come nella Grecia classica e nella Roma imperiale.

Ma non sempre erano utilizzati per riparare dalla pioggia: spesso si trattava di oggetti vezzosi, che servivano a proteggersi dai raggi solari. Paradossalmente, i primi ombrelli erano dei parasole. O ‘semplicemente’ degli accessori che i servitori portavano sopra il capo di nobili e cariche ecclesiastiche per sottolinearne l’importanza. Fino circa al 1700 solo le classi aristocratiche impiegavano questo oggetto, sempre con scopo di riparare dai raggi solari (contro la pioggia si usavano cappe e cappucci). È nel 1800 che l’ombrello inizia ad essere utilizzato come parapioggia, anche grazie alle migliorie tecniche conseguite nel campo dei matrriali e dei tessuti.
Qui infatti ci leghiamo ad un altro aspetto importante della storia dell’ombrello: la tecnica. Il mestiere dell’ombrellaio per molti anni è stato svolto esclusivamente da abilissimi artigiani, capaci di intarsiare manici e ricamare tessuti per creare ombrelli degni delle nobildonne che li utilizzavano. Il mestiere dell’ombrellaio trova in Italia una sua ‘patria’ d’elezione sulle rive del Lago Maggiore, dove sorge il peculiare Museo dell’Ombrello e del Parasole di cui vi abbiamo parlato in questo articolo e in questo.
Ma veniamo al sodo: l’ombrello tascabile. Tra l’ottocento e il novecento l’evoluzione della tecnica, in tutti i settori, subisce una importante accelerata. Ed è intorno agli anni ’20 che il signor Hans Haupt ebbe l’illuminante idea di rendere il parapioggia un oggetto più pratico da portare con sé quando chiuso. Egli infatti aveva subito una ferita durante la guerra che gli imponeva di camminare aiutandosi con un bastone, ma in questo modo gli era difficile portare con sé anche un ombrello in caso di possibile pioggia. Ecco che l’idea di rendere questo oggetto pieghevole e abbastanza leggero da metterlo nella tasca del cappotto si concretizzò, ed ebbe talmente successo che ne nacque Knirps, marchio iconico nel mondo degli ombrelli tascabili. Negli anni si idearono ombrelli sempre più piccoli, sempre più pratici, manuali ma anche automatici.

Dove acquistare un ombrello tascabile
Eccoci dunque ai giorni nostri, con centinaia di modelli di ombrello pieghevole a disposizione, anzi, a portata di click. Se questo autunno volete sperimentare l’efficacia degli ombrelli tascabili Knirps, a questo link trovate un modello automatico (disponibile in vari colori), mentre a questo uno manuale (nero).
Chi desidera un ombrello veramente mini, da infilare anche nella tasca o borsa più piccole, questo modello di 18 centimetri è l’ideale. Ampia la scelta dei colori.
Assicura resistenza anche in situazioni ventose questo modello Echoice, disponibile in diversi toni scuri ed eleganti: lo potete acquistare qui.
Infine, un ombrello tascabile automatico reversibile, per evitare di bagnare l’auto o l’ufficio quando si rientra dopo un acquazzone. Si tratta di un modello Samsonite, e lo trovate a questo link
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