In provincia di Potenza, ad una settantina di chilometri da Matera, l’antica cittadina di Acerenza appare quasi come un faro nella pianura, in cima ad una rupe ad 800 metri sul livello del mare, adagiata in una splendida cornice dove a far da padrone sono i vigneti di uva aglianica. Il simbolo indiscusso del paese, attorno al quale si sviluppano tutte le case e le stradine, è la Cattedrale dedicata all’Assunta e a San Canio, che si presenta in stile romanico normanno: ha una struttura cosi imponente che spesso Acerenza viene definita anche come Città Cattedrale. Nella sua semplicità grandiosa e severa è lunga quasi 70 metri e larga 23, con una forma a crociera di ben 39 metri,10 massicci pilastri e tre navate con transetto.
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Datata intorno al 1000 d.C., sostituisce un’antica chiesa paleocristiana: la lineare facciata in pietra presenta un portale con due colonnine complete di capitello e sulla parte superiore la luce filtra all’interno attraverso i vetri dipinti del rosone. Ma non sono solo bellezza ed opere preziose custodite al suo interno che incuriosiscono, ma anche i molti misteri ad essa legata, in primis quello legato al bastone miracoloso di San Canio che, vescovo in Africa, fu arrestato nel 292 d.C. dal Prefetto di Cartagine per la sua fede religiosa ma, pronto per essere decapitato, fu lasciato libero a causa di strani fenomeni naturali. Leggenda vuole che sia giunto in Campania grazie all’aiuto degli angeli, ed abbia compiuto una serie di miracoli per poi essere sepolto prima ad Aversa e successivamente ad Acerenza. Qui, il vescovo dell’epoca ne nascose i resti per evitare che fossero profanati, lasciando visibile il Bastone Pastorale in un altare in pietra, che offre ai visitatori un fenomeno ancora inspiegabile: pur essendo sigillato, molti lo vedono muoversi all’interno della custodia.
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Un altro mistero è legato alla figlia del conte Dracula che pare sia stata sepolta proprio nella Cattedrale: si tratterebbe di Maria Balsa, moglie del Conte Ferrillo di Acerenza che, seondo le cronache del tempo, era figlia di un despota di una zona tra la Serbia e la Romania. Sulla facciata è presente uno stemma con un drago, che apparteneva in quel periodo proprio alla casata del principe Vlad III. Legati al vampirismo sono anche le due creature mostruose presenti all’ingresso che mordono sul collo due ignare vittime e il bassorilievo nella cripta dove è possibile vedere il demone Lilith, colui che compariva solo di notte per succhiare il sangue agli uomini. Curioso è l’uomo che dovrebbe raffigurare Dracula negli affreschi, posto di spalle all’altare, a simboleggiare il demone che gira le spalle a Dio.
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