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Negev Israele scoperta archeologia

Israele, ritrovata la città biblica di Ziklag

Riemersa la città filistea dove il giovane Re Davide cercò rifugio da Re Saul

Negev, Israele
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Negev, Israele
PERCHE' SE NE PARLA
È riemersa la città biblica di Ziklag, una città filistea dove il giovane Re Davide cercò rifugio da Re Saul. La scoperta è stata fatta durante uno scavo iniziato nel 2015 nel sito di Khirbet al Rai, nella parte meridionale di Israele, poco lontano da Ascalona. L'area interessata è di circa mille metri quadrati e comprende grandi strutture in pietra, tra cui reperti caratteristici della cultura filistea. E ancora vasi di pietra e navi di metallo. Questa antica città è stata menzionata più volte nella Bibbia, soprattutto nel libro di Samuele: qui, infatti, il giovane Davide cercava protezione mentre era in fuga da chi metteva in pratica il mandato di cattura ordinato da re Saul, primo re di Israele. 

PERCHE' ANDARCI
Presso la moderna Ascalona, nella zona meridionale d'Israele, sono presenti resti dell'antico porto, che fiorì fin dall'Età del bronzo sotto una successione di popoli inclusi i Cananei, i Filistei, i Babilonesi, i Fenici, i Romani, i Musulmani e i Crociati. La città moderna fu fondata negli anni cinquanta, fuori dalla città araba di al-Majdal, che esisteva almeno dal XVI secolo, sul sito della antica Migdal Ashqelon, esistente dai tempi biblici e in seguito distrutta e abbandonata.

DA NON PERDERE 
Non è una regione semplice, ma è sicuramente affascinante: il Negev è un'area che comprende fattorie, kibbutz, scuole e campi, per un'area che fino a 60 anni fa era completamente desertica. Sono presenti città residenziali, fondate dal governo per assorbire l’immigrazione negli anni ’50 e ’60; i kibbutzim, fattorie comuni fondate dal Movimento Sionista; i moshavim, comunità fondate dal governo in cui ogni famiglia ha ricevuto un pezzo di terra; fattorie del deserto, che si trovano in zone protette e sono state costruite da famiglie che vivono grazie alla terra e offrono servizi come alloggi e negozi di vino e olio. Gli abitanti originari della zona, i Beduini, sono suddivisi in piccoli villaggi nomadi e in alcune città fondate dal governo. 

PERCHE’ NON ANDARCI 
A proposito di questa zona di Israele, il sito della Farnesina ricorda che si sono verificati, anche nel recente passato, episodi di violenza quali accoltellamenti e lanci di pietre su persone e veicoli, scontri tra dimostranti e forze di sicurezza israeliane ed attacchi con armi da fuoco. Nonchè lanci di razzi, mortai e aquiloni dotati di dispositivi incendiari provenienti dalla Striscia di Gaza che hanno colpito principalmente le città a sud del Paese. Si raccomanda quindi di mantenere sempre elevata  la soglia di attenzione e di tenere un comportamento prudente, evitando ogni assembramento.

COSA NON COMPRARE 
Belle le ceramiche armene bianche e blu, interessanti anche i souvenir in legno d’ulivo e madreperla. E poi piatti colorati, portacandele, tazze da kiddush e candelabri a sette bracci. Tanti i riferimenti alle religioni tra i negozi israeliani, persino portachiavi e magliette. Forse anche troppi.
 
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