Deve essere stato un ferragosto molto speciale quello del 2017 per Valeria Bruni Tedeschi. Intanto per averlo passato su un set, quello del suo quarto film da regista: I villeggianti, che dal 7 marzo sarà finalmente nelle sale italiane dopo esser stato a lungo rimandato. Ma soprattutto per aver riportato in vita la villa di famiglia, quella nella quale dal 1962 i Bruni Tedeschi continuano a tornare, e che a tutt'oggi sembra essere "l'unica casa che non abbiamo lasciato" (come la definì la madre, la pianista e attrice Marisa Borini). In una copia di quella grande e bella proprietà, situata in uno degli angoli più belli e naturali della Costa Azzurra, la regista e autrice nata a Torino - e successivamente naturalizzata francese - ha ambientato una storia fortemente autobiografica, come spesso fa, nella quale ha voluto accanto a sé molti dei suoi più cari amici.

In un posto che sembra essere fuori dal tempo e protetto dal mondo, Anna (Valeria Bruni Tedeschi) arriva con sua figlia per qualche giorno di vacanza. In mezzo alla sua famiglia, ai loro amici e al personale di servizio, Anna deve gestire la sua recente separazione e la scrittura del suo prossimo film. Dietro le risate, la rabbia, i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza
Realtà e fantasia, finzione e memorie si mescolano - come d'abitudine nei suoi film - in questa commedia agrodolce, non a caso presentata come "Un’autobiografia immaginaria" in occasione dell'anteprima Fuori Concorso tenutasi alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 5 settembre scorso. A dimostrarlo la presenza nel cast degli amici Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Noémie Lvovsky, qui al fianco dei vari Pierre Arditi, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Bruno Raffaelli e - in particolare - della stessa madre della regista, nei panni della genitrice della protagonista, Louisa, sua zia, la 94enne Gigi Morini, e la figlia decenne Oumy Bruni Garrel adottata con l'ex compagno.
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"Penso di essere fortunata per avere persone intorno a me che mi capiscono - aveva dichiarato all'epoca la Bruni Tedeschi. - La fortuna che ho è che lavoro, famiglia e amicizia si confondono". E ora anche le location, visto che a parte le scene della crisi di coppia girate principalmente a Parigi e quelle dell'Hôpital Charles Foix di Ivry-sur-Saine, l'azione si sposta quasi completamente sulla Costa Azzurra, nel dipartimento di Varo, tra Nizza e Marsiglia.

Ancor più, sarebbe però il caso di parlare di Le Pradet e Hyères, e della villa scelta per rappresentare fedelmente la residenza familiare estiva di Cap Nègre, non lontano da Saint Tropez. Quella che prima della II Guerra Mondiale qualcuno chiamava Chateau de Faraghi, e che oggi resiste, con le sue torri, tra la foresta di pini circostante e l'insenatura su cui si affaccia dall'alto del promontorio roccioso che la ospita. E che sovrasta l'accesso via mare, alternativo a quello cittadino dal lato di Le Lavandou.
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Ancor più eclatante, quindi, che la 'nostra' Valeria ci abbia invitato in un luogo tanto personale e magico… Quello che l'ha ispirata, quella nella quale ha trascorso "tutte le sue vacanze", un luogo che la stessa artista descrive così nelle note del suo film: "Le rocce, gli alberi, il mare, la casa, tutto è là, immutabile, mentre gli anni passano. E la storia resta sullo sfondo, anche se forse non troppo lontana, va avanti, violenta e folle. Mi piaceva raccontare la vita di un gruppo di persone in quella casa, la famiglia dei proprietari, gli amici e i domestici, la solitudine che prova ciascuno nonostante si trovi insieme ad altri, i rapporti di forza, le paure, la vergogna, la ribellione, i desideri, gli amori".

In un posto che sembra essere fuori dal tempo e protetto dal mondo, Anna (Valeria Bruni Tedeschi) arriva con sua figlia per qualche giorno di vacanza. In mezzo alla sua famiglia, ai loro amici e al personale di servizio, Anna deve gestire la sua recente separazione e la scrittura del suo prossimo film. Dietro le risate, la rabbia, i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza
Realtà e fantasia, finzione e memorie si mescolano - come d'abitudine nei suoi film - in questa commedia agrodolce, non a caso presentata come "Un’autobiografia immaginaria" in occasione dell'anteprima Fuori Concorso tenutasi alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 5 settembre scorso. A dimostrarlo la presenza nel cast degli amici Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Noémie Lvovsky, qui al fianco dei vari Pierre Arditi, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Bruno Raffaelli e - in particolare - della stessa madre della regista, nei panni della genitrice della protagonista, Louisa, sua zia, la 94enne Gigi Morini, e la figlia decenne Oumy Bruni Garrel adottata con l'ex compagno.
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Ancor più, sarebbe però il caso di parlare di Le Pradet e Hyères, e della villa scelta per rappresentare fedelmente la residenza familiare estiva di Cap Nègre, non lontano da Saint Tropez. Quella che prima della II Guerra Mondiale qualcuno chiamava Chateau de Faraghi, e che oggi resiste, con le sue torri, tra la foresta di pini circostante e l'insenatura su cui si affaccia dall'alto del promontorio roccioso che la ospita. E che sovrasta l'accesso via mare, alternativo a quello cittadino dal lato di Le Lavandou.
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