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È un viaggio nel passato il tour inglese di Stanlio e Ollio

Nel film di Jon S. Baird ripercorriamo l'ultima tournée della storica coppia di comici.

Lucky Red
Si potrebbe attraversare il Canale della Manica cento volte e per cento volte trovarsi di fronte un Paese differente… È quello che abbiamo fatto varie volte, in occasione di film molto diversi tra loro - drammi storici e legal thriller, storie d'amore e fantasy - ed è quello che ci permette di fare il sorprendente Stanlio e Ollio di Jon S. Baird. Presentato all'ultima Festa del Cinema di Roma (e in sala dal Primo Maggio), questo inusuale biopic scava nel rapporto tra i due leggendari comici Stan Laurel e Oliver Hardy e nella faticosa tournée teatrale che li vide percorrere il Regno Unito nel 1953, alla fine della loro carriera.

Le incredibili interpretazioni di Steve Coogan (Stanlio) e John C. Reilly (Ollio) rendono credibile la coppia, in un momento che li vede - finita l’epoca d’oro nella quale erano incontrastati re della comicità - andare incontro a un futuro incerto. Il pubblico delle esibizioni è tristemente esiguo, ma i due sanno ancora divertirsi insieme, l’incanto della loro arte continua a risplendere nelle risate degli spettatori, e così rinasce il legame con schiere di fan adoranti. Il tour si rivela un successo, ma Laurel e Hardy non riescono a staccarsi dall’ombra dei loro personaggi, e fantasmi da tempo sepolti, uniti alla delicata salute di Oliver, minacciano il loro sodalizio. E anche la loro amicizia.



Li vediamo all'apice della loro carriera, e poi nel momento più duro… E non è stato facile per il film abbracciare queste due anime, sia nella narrazione, sia per quel che riguarda le location. “Una gamma di colori che va dalla scintillante grandeur della Hollywood degli anni '30 all'intensa oscurità di un giorno di pioggia a Newcastle, fino alla Londra post-bellica in tutto il suo splendore - son quelli che ha dovuto ricreare lo scenografo John Paul Kelly. - Ciascuna ambientazione doveva avere una qualità diversa ed era un'indicazione precisa per equilibrare tutti i vari look e mostrare la progressione del loro viaggio, mettendo in contrasto gli anni '30 e lo stile di vita hollywoodiano che avevano, solare e scintillante, all'esatto opposto di una piovosa giornata a Scunthorpe".

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Nella Primavera del 2017, la troupe si è quindi ritrovata a passare dall'ex regno di Mercia delle Midlands - dalle parti di Dudley (la Bottle & Glass Inn di Newcastle e il negozio di Fish & Chip sono il Black Country Museum) - al celebre Old Rep Theatre di Birmingham (il primo teatro di repertorio del Regno Unito, costruito nel 1913), dai West London Film Studios ai ben noti Pinewood (sede degli gli esterni degli studi di Hal Roach), dalla Great Central Railway di Leicestershire a Bristol. Quest'ultima, in particolare, si è prestata per le scene ambientate nel porto di Cobh: quelle - importantissime - dello sbarco in Irlanda!

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"Uno dei giorni più memorabili è stato quando abbiamo ricreato il porto di Cobh in Irlanda - ricorda Faye Ward. - Non potevamo andare a girare là, quindi lo abbiamo replicato nel porto di Bristol ed è stato fantastico. Era una giornata di sole, avevamo un incredibile imbarcazione storica, circa 350 comparse, tutte vestite in stile irlandese, e autentiche riproduzioni degli striscioni e abbiamo inscenato quel meraviglioso arrivo. Nel porto di Cobh la chiesa irlandese li aveva accolti suonando il Valzer del Cucù con le campane ed era stato davvero meraviglioso. Era il loro viaggio dall'Inghilterra all'Irlanda, ultima tappa della loro tournée. È stato un giorno molto speciale e JP e Guy hanno fatto un lavoro esemplare che sono sicura si percepirà nel film".



Parentesi irlandese a parte, il resto del film si conferma tutto molto inglese… A partire dagli Studios di Twickenham, quelli stessi dove si sono replicate le sequenze de I fanciulli del West - Allegri vagabondi  ("Se ti allontani dallo schermo e proietti entrambi i film contemporaneamente, fai fatica a distinguere quale è l'originale", spiega Baird) e del film mai realizzato su Robin Hood. Oltre ai tanti momenti del     Savoy Hotel, gli esterni del quale sono quelli veri sullo Strand mentre lobby e ristorante sono dello Sheraton Grand London Park Lane Hotel di Piccadilly, o il Fortune Theatre di Covent Garden (per l'Empire Theatre di Glasgow), l'edificio dell'Hackney Empire, spacciato per il Lyceum (negli interni) e usato come sala dello show trionfale di Laurel & Hardy.

Qua e là si intuiscono il Lido di Worthing (il concorso di bellezza), l'Ippodromo del St. Augustine's Parade di Bristol (per la Queen's Hall di Newcastle), il Catford Broadway Theatre (dove il pubblico assiste a I fanciulli del West e il New Wimbledon Theatre (una delle location 'irlandesi'), ma tutta la Gran Bretagna che i due attraversano è un paesaggio fatto di pensioni degradate e stabilimenti balneari dozzinali e allegri. Un contrasto che Kelly ha voluto accentuare, come spiega lo stesso regista: "L'aspettativa rispetto al cinema inglese è che sia sporco, che abbia un ritmo più lento e che sia più realistico, come in effetti era negli anni '50. Non abbiamo ecceduto nei dettagli… Volevamo dare la sensazione della Gran Bretagna senza allontanarci troppo dal tono del film".

 
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