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Tutti i soldi del mondo, nascosti a Bracciano

Ridley Scott racconta una pagina della nostra Storia, ricostruita tra Piazza Navona e l'A12

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La vicenda legata al rapimento di John Paul Getty III sembra esser tornata di estrema attualità, dopo esser stata un vero e proprio caso mediatico internazionale, per quanto accaduto nel 1973. E tale da riportare alcuni panorami nazionali italiani al centro dell'attenzione del grande pubblico di Oltreoceano. Vedremo presto il risultato della versione di Danny Boyle della stessa storia, visto che la sua Trust è prevista sul canale via cavo FX per il 25 marzo prossimo (già sappiamo che oltre alla Audley End House di Saffron Walden nell'Essex inglese sono state le location cosentine di Orsomarso e Civita, nel Pollino calabrese), ma intanto è in tutte le sale il Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott, girato principalmente nel Lazio e a Roma, riportati agli anni '70 dalla magia del cinema.



Proprio nella Capitale, il 10 luglio 1973, alcuni uomini mascherati rapirono l'adolescente John Paul Getty III (qui interpretato da Charlie Plummer), nipote del magnate del petrolio Jean Paul Getty (Christopher Plummer), noto per essere l'uomo più ricco al mondo e al tempo stesso il più avido. Il rapimento del nipote preferito, infatti, non diventò per lui ragione sufficientemente valida per rinunciare a parte delle sue fortune, tanto da costringere la madre del ragazzo Gail (Michelle Williams) e l'uomo della sicurezza Fletcher Chace (Mark Wahlberg) a una sfrenata corsa contro il tempo per raccogliere i soldi, pagare il riscatto e riabbracciare finalmente il giovane Paul.

Un'adrenalinica ricostruzione di una vicenda pubblica e privata insieme che la produzione si è presa qualche licenza nel riprodurre. E non tanto per quanto riguarda il momento del rapimento - che le cronache situano a Piazza Farnese, in pieno centro storico, mentre sullo schermo lo vediamo avvenire in un angolo buio di Piazza di Porta Maggiore - quanto piuttosto per quanto avvenuto lontano dalle mura capitoline. Ma si sa, il cinema è finzione, per cui è anche normale che alla Piana di Gioia Tauro si siano preferite campagne più vicine. "Una volta abbiamo girato vicino al lago di Bracciano, un'altra volta a un casello dell'autostrada, sempre intorno a Roma", ha dichiarato Olivia Magnani, insieme a Nicolas Vaporidis, Andrea Piedimonte, Francesca Inaudi e altri tra gli italiani del cast.

"Il rapimento ha fatto da spina dorsale alla storia, anche se siamo dovuti tornare indietro nel tempo", ha spiegato lo sceneggiatore David Scarpa, affascinato per primo dalle immagini di una Piazza Navona virata in bianco e nero nelle immagini di apertura del film e occupata da circa trecento comparse e una quarantina di auto d'epoca. Ma è stato soprattutto lo scenografo Arthur Max a prendere possesso di a alcuni siti celebri della città: il Museo Nazionale Romano; Palazzo Fontana (diventato la Getty Oil di San Francisco), la Villa Wolkonsky residenza ufficiale dell'ambasciatore inglese a Roma (trasformata nella casa romana di Getty) e la magnifica Villa Adriana di Tivoli, dove vediamo passeggiare il magnate in uno storico delirio di onnipotenza (in una scena girata anche nel Foro di Traiano).

La Roma più moderna non manca - come per la casa testaccina di Abigail in Via Florio o le scene dell'Aeroporto di Fiumicino girate di fronte al Palazzo dei Congressi dell'EUR - ma Città Eterna ha offerto molte altre possibilità: "A Roma abbiamo girato diverse scene negli interni più eleganti che siamo riusciti a trovare - racconta ancora Max. - Palazzo Barberini è un buon esempio. è un meraviglioso, straordinario museo che abbiamo usato per le scene nella casa d'aste. Abbiamo utilizzato la residenza dell'ambasciatore inglese a Roma come hotel dove alloggiava John Paul Getty perché vi regna un'atmosfera di lusso e di potere. E ne è venuta fuori una fantastica suite con una terrazza e un sontuoso giardino. All'estremo opposto c'era il lato cruento e molto violento della Calabria. Ci siamo allora spostati fuori Roma sulle colline del lago di Bracciano, in villaggi di montagna che ricordano quelli calabresi. Abbiamo trovato la peggior specie di strutture abbandonate da usare come nascondiglio dei rapitori. Così abbiamo reperito ambienti agli estremi, dalla povertà al massimo del lusso, e tutto quello che si trova nel mezzo".

 
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