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I registi di Quasi Amici scelgono Fontainebleau per C'est la vie

Al Château de Courances con Éric Toledano e Olivier Nakache, un sogno realizzato.

Videa
L'abbiamo attraversata tutta, e in compagnia di Eleanor Coppola e Diane Lane, ma la Francia continua a essere… tutta da scoprire. Come hanno scoperto in molti grazie al C'est la vie – Prendila come viene dei due registi Éric Toledano e Olivier Nakache, la coppia di Quasi Amici. A Sud di Calais e a Nord della Provenza (già visitate con Bruno Dumont o con Jean Reno e Anna Galiena) e non lontano dalla burrascosa Parigi di Idris Elba, stavolta la cornice è quella ben più amena di Fontainebleau, comune del dipartimento di Senna e Marna, nella regione dell'Île-de-France.

L'azione si svolge nel giorno del matrimonio di due novelli sposi: una giornata in cui tutto deve essere semplicemente magico, in ogni momento. E per organizzare la festa perfetta, Max ed il suo team sono i migliori in circolazione! Pierre ed Elena hanno deciso di sposarsi in un magnifico castello poco fuori Parigi e hanno scelto di affidarsi a loro per una serata meravigliosa, che vedremo realizzarsi seguendo tutte le sue fasi, dall’organizzazione alla festa, attraverso gli occhi di quelli che lavorano per renderla speciale… tra tante sorprese, colpi di scena e grandi risate!



Un set divertente, insomma, che per nove settimane nell'estate del 2016 ha portato la troupe dalla Ville Lumiere fino al Château de Courances del dipartimento di Essonne, una costruzione imponente del diciassettesimo secolo "che apparteneva a Luigi XIII", come ci tiene a sottolineare proprio Eric Toledano. Ma anche un set "epico", come lo hanno definito di due, per i pesanti nubifragi che hanno colpito la regione in quei mesi, una ulteriore difficoltà che hanno costretto tutti a "schivare le gocce di pioggia".

Guillaume Gallienne (per Tutto sua madre del 2013) o Christophe Honoré (per Les malheurs de Sophie del 2016) erano stati più fortunati quando girarono qui, ma non sembra che nessuno rimpianga la scelta fatta anche per adattarsi agli orari dei quindici attori coinvolti nella lavorazione. "Avevamo bisogno di qualcosa vicino a Parigi", spiega Olivier Nakache, che ci tiene a soffermarsi sulla particolarità del castello "di avere tredici fonti naturali" e sul comune destino che ha accomunato cineasti e personaggi nel momento 'del bisogno': "Esattamente come Max e il suo staff, abbiamo dovuto adattarci ogni giorno; anche per il nostro staff tecnico ogni dialogo era una sorta di 'eco' del nostro stato d’animo".

Classificato come monumento storico nel giugno del 1983, lo Château de Courances ha dei giardini tra i più belli di Francia che, nel corso dei secoli, si sono evoluti considerevolmente da 'giardino medievale' a parco francese 'classico', prima di mostrare elementi giapponesi. E che, per l'occasione, si sono ulteriormente modificati, per la creazione - per esigenze di lavorazione - di un baldacchino, che ha costretto i tecnici "a coprirlo durante l'apertura del castello al pubblico nei fine settimana", come ammesso da Tolédano.

Lui il più toccato dall'esperienza, soprattutto di aver potuto alloggiare nei terreni della zona di Courances, per motivi personali: "Per me, originario di Versailles (Yvelines), è sempre stato un sogno vivere in un castello". Sentimento condiviso anche dai suoi colleghi e dai locali, uniti nelle parole del responsabile turistico dell'area che ha concluso: "Le riprese di C'est la vie - Prendila come viene rimangono per noi una bella esperienza, con una troupe cinematografica molto amichevole".
 
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