All'inizio erano gli agriturismi. Poi sono arrivati i bed & breakfast all'inglese. Adesso è la volta degli alberghi diffusi, la nuova frontiera dell'ospitalità italiana. Rilanciati a fine maggio da un lungo reportage del New York Times, l'idea è quella di recuperare antichi borghi abbandonati trasformandoli in piccoli hotel, le stanze sparse tra vie e piazze. Ora il concetto si è spostato in città, a Milano. E' nato così Town@House Street, frutto dell'intuizione dell'imprenditore Alessandro Rosso, lo stesso del Seven Stars Galleria sopra la Galleria Vittorio Emanuele.
In questo caso a trasformarsi è un ex spazio commerciale. Sono così nate quattro suite in Via Goldoni 33 che rivoluzionano il concetto di Urban Living: sono i primi esempi in città di permanent hospitality space (PHS). Partito da Milano, il progetto potrebbe presto sbarcare a Torino e poi in altre città d'Italia e del mondo. Si tratta in concreto di selezionare un negozio sfitto e grazie a diverse modalità d'accordo con il proprietario trasformarlo in un luogo di ospitalità. In Via Goldoni sono stati realizzati quattro mini appartamenti completi di tutto, anche dell'angolo cottura e immersi nel tessuto urbano, senza lobby, banco della reception, ascensori e scale.
Le stanze hanno un ingresso indipendente direttamente dalla vetrina fronte strada, ma da fuori non è possibile vedere all'interno. Occupano una superficie di circa 35 metri quadri, tranne uno di 50, e ognuno ha interni di design hi-tech, studiati per la massima privacy. L'entrata è controllata elettronicamente da una tastiera alfanumerica sulla quale digitare il codice della prenotazione effettuata online. La reception è virtuale, centralizzata e gestita dal Seven Stars Galleria. Dal Sette Stelle è gestito anche il servizio in camera e le pulizie. Di fronte agli appartamenti degli enormi vasi con palme permettono di riconoscere la struttura. Inoltre, grazie a una partnership con Jaguar per gli ospiti sono disponibili alcune auto da utilizzare durante il soggiorno.