A noi italiani potrebbe sembrare uno stufato, ma non lo è. Il Sancocho, infatti, è una zuppa tradizionale molto diffusa in diverse cucine latinoamericane, da Porto Rico alla Colombia, da Cuba alla Repubblica Dominicana. Di solito è composto da grandi pezzi di carne, tuberi e verdure (come manioca, peperoni, cipolle, banane verdi e zucca) serviti in un brodo ben saporito. Con qualche variante qua e là, da paese in paese. Nulla di gourmet, insomma, in quanto ricetta tradizionale tramandata da generazioni non particolarmente abbienti.
Ci sono, però, alcune regole base, che sembrano essere quasi universali. Ossia mai aggiungere mai patate, noodles o pomodoro. Il tradizionale sancocho è fatto con carne di manzo, anche dal taglio economico. Talvolta viene aggiunto anche della carne di pollo o gallina vieja (una vecchia gallina). Sancocho de Siete Carnes è la versione deluxe e ha 7 tipi di carne di 4 animali diversi.
Nella Repubblica Dominicana il sancocho è considerato uno dei piatti nazionali, insieme a "la bandera" (la bandiera), costituito da riso bianco, generalmente fagioli rossi e carne di pollo. Esiste anche una variante deluxe, chiamata sancocho cruzado o sancocho de siete carnes, che comprende pollo, manzo e maiale. Un totale di sette tipi di carne, come la denominazione già aveva anticipato, provenienti da quattro animali diversi.
A volte tra gli ingredienti viene utilizzata anche la longaniza, un particolare tipo di salsiccia di maiale. Ma non possiamo non citare il Sancocho de gallina, spesso realizzato nei fine settimana. E se è facile imbattersi in un sancocho de habichuela, a base di fagioli, e in uno "de guandules", con piselli verdi, altri tipi sono meno frequenti. Come il Sancocho "Prieto", che sta per "nero". Così chiamato perché la lunga cottura a bassa temperatura rende la carne di un colore marrone scuro, in contrasto con il marrone-arancio del "normale" sancocho.