Il mare - quello “vero”, con le onde, le maree, l'orizzonte sgombro e tutto il resto – è a pochi chilometri da Rotterdam. Col viavai di motoscafi, velieri e portacointainer, crea allo stesso tempo frenesia e ordine. Lo fa da secoli da queste parti: vicino, eppure lontano, viene tenuto, se serve, letteralmente fuori dalla porta dall’imponente Maeslant Barrier.
Il nome della piccola metropoli, poi – “diga sul fiume Rotte” – sembra ribadire e il concetto. Ma Rotterdam non è chiusa, anzi. Da decenni sperimenta nuove forme espressive e negli ultimi anni ha dato via all’ennesimo coraggioso rilancio della città. Si pensa, però, quasi sempre soltanto (si fa per dire) all'architettura e all'urbanistica col suo display straordinario – e sempre in evoluzione – di vie, parchi, ponti e palazzi. Ma c'è dell'altro che non tutta l'espressione si esaurisce in grandi opere su vasta scala: molto si sente senza vederlo, è il caso della scena musicale di Rotterdam; e molto va visto andando a cercare piccoli gioielli in miniatura. La gemella diversa di Amsterdam (e seconda metropoli d’Olanda) ha un’aura tutta sua. È senza fronzoli e raffinata, audace e discreta nel rispettare le tradizioni.
La città natale di Erasmo e, mezzo secolo più tardi, di De Kooning e Koolhaas, ha trovato la formula per la creatività: essere rigorosi nel sovvertire il rigore.
Un itinerario speciale in cinque punti, da non perdere.
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